81. Che cosa significa il nome «Gesù»?


81. Che cosa significa il nome «Gesù»?

(Comp 81) Dato dall'Angelo al momento dell'Annunciazione, il nome «Gesù» significa «Dio salva». Esso esprime la sua identità e la sua missione, «perché è lui che salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). Pietro afferma che «non vi è sotto il cielo altro Nome dato agli uomini nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At 4,12).

“In Sintesi”
(CCC 452) Il Nome “Gesù” significa “Dio salva”. Il Bambino nato dalla Vergine Maria è chiamato “Gesù” “perché salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,21): “Non vi è altro Nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (At 4,12).

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 430) Gesù in ebraico significa: “Dio salva”. Al momento dell'annunciazione, l'angelo Gabriele dice che il suo nome proprio sarà Gesù, nome che esprime ad un tempo la sua identità e la sua missione [Lc 1,31]. Poiché nessuno “può rimettere i peccati se non Dio solo” (Mc 2,7), in Gesù, il suo Figlio eterno fatto uomo, egli “salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,21). Così, in Gesù, Dio ricapitola tutta la sua storia di salvezza a vantaggio degli uomini. (CCC 431) Nella storia della salvezza, Dio non si è limitato a liberare Israele “dalla condizione servile” (Dt 5,6) facendolo uscire dall'Egitto; lo salva anche dal suo peccato. Poiché il peccato è sempre un'offesa fatta a Dio [Sal 51,6], solo Dio lo può cancellare [Sal 51,11]. Per questo Israele, prendendo sempre più coscienza dell'universalità del peccato, non potrà più cercare la salvezza se non nell'invocazione del nome del Dio Redentore [Sal 79,9]. (CCC 433) Il nome del Dio Salvatore era invocato una sola volta all'anno, per l'espiazione dei peccati d'Israele, dal sommo sacerdote, dopo che questi aveva asperso col sangue del sacrificio il propiziatorio del Santo dei Santi [Lv 16,15-16; Sir 50,20; Eb 9,7]. Il propiziatorio era il luogo della presenza di Dio [Es 25,22; Lv 16,2; Nm 7,89; Eb 9,5]. Quando san Paolo dice di Gesù: “Dio l'ha stabilito a servire come strumento di espiazione... nel suo sangue” (Rm 3,25), intende affermare che nella sua umanità “era Dio a riconciliare a sé il mondo in Cristo” (2Cor 5,19). (CCC 434) La risurrezione di Gesù glorifica il nome di Dio “Salvatore” [Gv 12,28] perché ormai è il nome di Gesù che manifesta in pienezza la suprema potenza del “Nome che è al di sopra di ogni altro nome” (Fil 2,9-10). Gli spiriti malvagi temono il suo nome [At 16,16-18; 19,13-16] ed è nel suo nome che i discepoli di Gesù compiono miracoli [Mc 16,17]; infatti tutto ciò che essi chiedono al Padre nel suo nome, il Padre lo concede [Gv 15,16].

Per la riflessione
(CCC 435) Il nome di Gesù è al centro della preghiera cristiana. Tutte le orazioni liturgiche terminano con la formula “per Dominum nostrum Jesum Christum... - per il nostro Signore Gesù Cristo...”. L'“Ave, Maria” culmina con le parole: “E benedetto il frutto del tuo seno, Gesù”. La preghiera del cuore, consueta presso gli orientali è chiamata “preghiera di Gesù”, dice: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”. Parecchi cristiani muoiono con la sola parola “Gesù” sulle labbra, come santa Giovanna d'Arco [Cf. La rèhabilitation de Jeanne la Pucelle. L’enquête ordonnée par Charles VII en 1450 et le codicille de Guillaume Bouillé, (Paris 1956)]. (CCC 432) Il nome di Gesù significa che il nome stesso di Dio è presente nella persona del Figlio suo [At 5,41; 3Gv 1,7] fatto uomo per l'universale e definitiva redenzione dei peccati. È il nome divino che solo reca la salvezza [Gv 3,18; At 2,21], e può ormai essere invocato da tutti perché, mediante l'incarnazione, egli si è unito a tutti gli uomini [Rm 10,6-13] in modo tale che “non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (At 4,12) [At 9,14; Gc 2,7].

(Prossima domanda: Perché Gesù è chiamato «Cristo »?)

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