107. Chi è invitato a far parte del Regno di Dio, annunciato e realizzato da Gesù?


107. Chi è invitato a far parte del Regno di Dio, annunciato e realizzato da Gesù?
(Comp 107) Gesù invita a far parte del Regno di Dio tutti gli uomini. Anche il peggior peccatore è chiamato a convertirsi e ad accettare l'infinita misericordia del Padre. Il Regno appartiene, già qui sulla terra, a coloro che lo accolgono con cuore umile. È ad essi che sono rivelati i suoi Misteri.

“In Sintesi”
(CCC 567) Il regno dei cieli è stato inaugurato in terra da Cristo. “Si manifesta chiaramente agli uomini nelle parole, nelle opere, nella persona di Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 5]. La Chiesa è il germe e l'inizio di questo regno. Le sue chiavi sono affidate a Pietro.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 541) “Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il Vangelo di Dio e diceva: ‘Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo’” (Mc 1, 14-15). “Cristo, per adempiere la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il regno dei cieli” (Lumen gentium, 3). Ora, la volontà del Padre è di “elevare gli uomini alla partecipazione della vita divina” (Lumen gentium, 2). Lo fa radunando gli uomini attorno al Figlio suo, Gesù Cristo. Questa assemblea è la Chiesa, la quale in terra costituisc “il germe e l’inizio” del regno di Dio (Lumen gentium, 5). (CCC 542) Cristo è al centro di questa riunione degli uomini nella “famiglia di Dio”. Li convoca attorno a sé con la sua Parola, con i suoi “segni” che manifestano il regno di Dio, con l'invio dei suoi discepoli. Egli realizzerà la venuta del suo Regno soprattutto con il grande mistero della sua pasqua: la sua morte in croce e la sua risurrezione. “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). “Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo”. (CCC 543) Tutti gli uomini sono chiamati ad entrare nel Regno. Annunziato dapprima ai figli di Israele [Mt 10,5-7], questo regno messianico è destinato ad accogliere gli uomini di tutte le nazioni [Mt 8,11; 28,19]. Per accedervi, è necessario accogliere la parola di Gesù: “La parola del Signore è paragonata appunto al seme che viene seminato in un campo: quelli che l'ascoltano con fede e appartengono al piccolo gregge di Cristo hanno accolto il regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria germoglia e cresce fino al tempo del raccolto [Lumen gentium, 5]. (CCC 546) Gesù chiama ad entrare nel Regno servendosi delle parabole, elemento tipico del suo insegnamento [Mc 4,33-34]. Con esse egli invita al banchetto del Regno [Mt 22,1-14], ma chiede anche una scelta radicale: per acquistare il Regno, è necessario “vendere” tutto [Mt 13,44-45]; le parole non bastano, occorrono i fatti [Mt 21,28-32]. Le parabole sono come specchi per l'uomo: accoglie la Parola come un terreno arido o come un terreno buono? [Mt 13,3-9] Che uso fa dei talenti ricevuti? [Mt 25,14-30] Al centro delle parabole stanno velatamente Gesù e la presenza del Regno in questo mondo. Occorre entrare nel Regno, cioè diventare discepoli di Cristo per “conoscere i misteri del regno dei cieli” (Mt 13,11). Per coloro che rimangono “fuori” [Mc 4,11], tutto resta enigmatico [Mt 13,10-15].

Per la riflessione
(CCC 544) Il Regno appartiene ai poveri e ai piccoli, cioè a coloro che l'hanno accolto con un cuore umile. Gesù è mandato per “annunziare ai poveri un lieto messaggio” (Lc 4,18) [Lc 7,22]. Li proclama beati, perché “di essi è il Regno dei cieli” (Mt 5,3); ai “piccoli” il Padre si è degnato di rivelare ciò che rimane nascosto ai sapienti e agli intelligenti [Mt 11,25]. Gesù condivide la vita dei poveri, dalla mangiatoia alla croce; conosce la fame [Mc 2,23-26; Mt 21,18], la sete [Gv 4,6-7; 19,28] e l'indigenza [Lc 9,58]. Anzi, arriva a identificarsi con ogni tipo di poveri e fa dell'amore operante verso di loro la condizione per entrare nel suo Regno [Mt 25,31-46]. (CCC 545) Gesù invita i peccatori alla mensa del Regno: “Non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori”(Mc 2,17) [1Tm 1,15]. Li invita alla conversione, senza la quale non si può entrare nel Regno, ma nelle parole e nelle azioni mostra loro l'infinita misericordia del Padre suo per loro [Lc 15,11-32] e l'immensa “gioia [che] ci sarà in cielo per un peccatore convertito” (Lc 15,7). La prova suprema di tale amore sarà il sacrificio della propria vita “in remissione dei peccati” (Mt 26,28).

(Prossima domanda: Perché Gesù manifesta il Regno attraverso segni e miracoli?)

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