111. Come avviene l'entrata messianica a Gerusalemme?


111. Come avviene l'entrata messianica a Gerusalemme?

(Comp 111) Nel tempo stabilito Gesù decide di salire a Gerusalemme per soffrire la sua passione, morire e risuscitare. Come Re Messia che manifesta la venuta del Regno, egli entra nella sua città sul dorso di un asino. È accolto dai piccoli, la cui acclamazione è ripresa nel Sanctus eucaristico: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna (salvaci)» (Mt 21,9), La liturgia della Chiesa dà inizio alla Settimana Santa con la celebrazione di questa entrata a Gerusalemme.

“In Sintesi”
(CCC 569) Gesù è salito a Gerusalemme volontariamente, pur sapendo che vi sarebbe morto di morte violenta a causa della grande ostilità dei peccatori [Eb 12,3].

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 557) “Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme” (Lc 9,51) [Gv 13,1]. Con questa decisione, indicava che saliva a Gerusalemme pronto a morire. A tre riprese aveva annunziato la sua passione e la sua risurrezione [Mc 8,31-33; 9,31-32; 10,32-34]. Dirigendosi verso Gerusalemme dice: “Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme” ( Lc 13,33). (CCC 558) Gesù ricorda il martirio dei profeti che erano stati messi a morte a Gerusalemme [Mt 23,37a]. Tuttavia, non desiste dall'invitare Gerusalemme a raccogliersi attorno a lui: “Gerusalemme… quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!” (Mt 23,37b). Quando arriva in vista di Gerusalemme, Gesù piange sulla città ed ancora una volta manifesta il desiderio del suo cuore: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace! Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi” (Lc 19,41-42).

Per la riflessione
(CCC 559) Come Gerusalemme accoglierà il suo Messia? Dopo essersi sempre sottratto ai tentativi del popolo di farlo re [Gv 6,15], Gesù sceglie il tempo e prepara nei dettagli il suo ingresso messianico nella città di “Davide, suo padre” (Lc 1,32; cf. Mt 21,1-11). È acclamato come il figlio di Davide, colui che porta la salvezza (Hosanna significa: “Oh, sì, salvaci!”, “donaci la salvezza!”). Ora, “Re della gloria” (Sal 24,7-10) entra nella sua città cavalcando un asino: (Zc 9,9) egli non conquista la Figlia di Sion, figura della sua Chiesa, né con l'astuzia né con la violenza, ma con l'umiltà che rende testimonianza alla verità [Gv 18,37]. Per questo i soggetti del suo Regno, in quel giorno, sono i fanciulli [Mt 21,15-16; Sal 8,3] e i “poveri di Dio”, i quali lo acclamano come gli angeli lo avevano annunziato ai pastori [Lc 19,38; Lc 2,14]. La loro acclamazione, “Benedetto colui che viene nel Nome del Signore” (Sal 118,26), è ripresa dalla Chiesa nel “Santo” della Liturgia eucaristica come introduzione al memoriale della pasqua del Signore. (CCC 560) L'ingresso di Gesù a Gerusalemme manifesta l'avvento del Regno che il Re-Messia si accinge a realizzare con la pasqua della sua morte e risurrezione. Con la celebrazione dell'entrata di Gesù in Gerusalemme, la domenica delle Palme, la Liturgia della Chiesa dà inizio alla Settimana Santa.

(Prossima domanda: Qual è l'importanza del Mistero pasquale di Gesù?)

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