117. Chi è responsabile della morte di Gesù? (I Parte)


117. Chi è responsabile della morte di Gesù? (I Parte)

(Comp 117) La passione e la morte di Gesù non possono essere imputate indistintamente né a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli altri Ebrei venuti dopo nel tempo e nello spazio. Ogni singolo peccatore, cioè ogni uomo, è realmente causa e strumento delle sofferenze del Redentore, e più gravemente colpevoli sono coloro, soprattutto se cristiani, che più spesso ricadono nel peccato o si dilettano nei vizi.

“In Sintesi”
(CCC 620) La nostra salvezza proviene dall'iniziativa d'amore di Dio per noi poiché “è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,10). “È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo” (2 Cor 5,19).

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 595) Tra le autorità religiose di Gerusalemme non ci sono stati solamente il fariseo Nicodemo [Gv 7,50] o il notabile Giuseppe di Arimatea ad essere, di nascosto, discepoli di Gesù [Gv 19,38-39], ma a proposito di lui [Gv 9,16-17; 10,19-21] sono sorti dissensi per lungo tempo al punto che, alla vigilia stessa della sua passione, san Giovanni può dire: “Tra i capi, molti credettero in lui”, anche se in maniera assai imperfetta (Gv 12,42). La cosa non ha nulla di sorprendente se si tiene presente che all'indomani della pentecoste “un gran numero di sacerdoti aderiva alla fede” (At 6,7) e che “alcuni della setta dei farisei erano diventati credenti” (At 15,5) al punto che san Giacomo può dire a san Paolo: “Tu vedi o fratello, quante migliaia di Giudei sono venuti alla fede e tutti sono gelosamente attaccati alla Legge” (At 21,20).

Per la riflessione
(CCC 597) Tenendo conto della complessità storica del processo di Gesù espressa nei racconti evangelici, e qualunque possa essere stato il peccato personale dei protagonisti del processo (Giuda, il Sinedrio, Pilato), che Dio solo conosce, non si può attribuirne la responsabilità all'insieme degli Ebrei di Gerusalemme, malgrado le grida di una folla manipolata [Mc 15,11] e i rimproveri collettivi contenuti negli appelli alla conversione dopo la pentecoste [At 2,23.36; 3,13-14; 4,10; 5,30; 7,52; 10,39; 13,27-28; 1Ts 2,14-15]. Gesù stesso perdonando sulla croce [Lc 23,34] e Pietro sul suo esempio, hanno riconosciuto l'“ignoranza” [At 3,17] degli Ebrei di Gerusalemme ed anche dei loro capi. Ancor meno si può, a partire dal grido del popolo: “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli” (Mt 27,25) che è una formula di ratificazione [At 5,28; 18,6], estendere la responsabilità agli altri Ebrei nel tempo e nello spazio: Molto bene la Chiesa ha dichiarato nel Concilio Vaticano II: “Quanto è stato commesso durante la passione non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo. […] Gli Ebrei non devono essere presentati né come rigettati da Dio, né come maledetti, come se ciò scaturisse dalla Sacra Scrittura” [Conc. Ecum. Vat. II, Nostra aetate, 4]. [CONTINUA]

(Continua la domanda: Chi è responsabile della morte di Gesù?)

Post più popolari