117. Chi è responsabile della morte di Gesù? (II Parte) (continuazione)


117. Chi è responsabile della morte di Gesù? (II Parte) (continuazione)

(Comp 117 ripetizione) La passione e la morte di Gesù non possono essere imputate indistintamente né a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli altri Ebrei venuti dopo nel tempo e nello spazio. Ogni singolo peccatore, cioè ogni uomo, è realmente causa e strumento delle sofferenze del Redentore, e più gravemente colpevoli sono coloro, soprattutto se cristiani, che più spesso ricadono nel peccato o si dilettano nei vizi.

“In Sintesi”
(CCC 619) “Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture” (1Cor 15,3).

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 596) Le autorità religiose di Gerusalemme non sono state unanimi nella condotta da tenere nei riguardi di Gesù [Gv 9,16; 10,19]. I farisei hanno minacciato di scomunica coloro che lo avrebbero seguito [Gv 9,22]. A coloro che temevano: “Tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione” [Gv 11,48] il sommo sacerdote Caifa propose profetizzando: “[È] meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera” (Gv 11,50). Il Sinedrio, avendo dichiarato Gesù “reo di morte” [Mt 26,66] in quanto bestemmiatore, ma avendo perduto il diritto di mettere a morte [Gv 18,31], consegna Gesù ai Romani accusandolo di rivolta politica [Lc 23,2], cosa che lo metterà alla pari con Barabba accusato di “sommossa” (Lc 23,19). Sono anche minacce politiche quelle che i sommi sacerdoti esercitano su Pilato perché egli condanni a morte Gesù [Gv 19,12.15.21].

Per la riflessione
(CCC 598) La Chiesa, nel magistero della sua fede e nella testimonianza dei suoi santi, non ha mai dimenticato che “ogni singolo peccatore è realmente causa e strumento delle […] sofferenze” del divino Redentore [Catechismo Romano, 1, 5, 11; Eb 12,3]. Tenendo conto del fatto che i nostri peccati offendono Cristo stesso [Mt 25,45; At 9,4-5], la Chiesa non esita ad imputare ai cristiani la responsabilità più grave nel supplizio di Gesù, responsabilità che troppo spesso essi hanno fatto ricadere unicamente sugli Ebrei: “È chiaro che più gravemente colpevoli sono coloro che più spesso ricadono nel peccato. Se infatti le nostre colpe hanno tratto Cristo al supplizio della croce, coloro che si immergono nell'iniquità crocifiggono nuovamente, per quanto sta in loro, il Figlio di Dio e lo scherniscono con un delitto ben più grave in loro che non negli Ebrei. Questi infatti - afferma san Paolo - se lo avessero conosciuto, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria (1Cor 2,8). Noi cristiani, invece, pur confessando di conoscerlo, di fatto lo rinneghiamo con le nostre opere e leviamo contro di lui le nostre mani violente e peccatrici” [Catechismo Romano, 1, 5, 11]. “E neppure i demoni lo crocifissero, ma sei stato tu con essi a crocifiggerlo, e ancora lo crocifiggi, quando ti diletti nei vizi e nei peccati” [San Francesco d'Assisi, Admonitio, 5, 3]. [FINE]

(Prossima domanda: Perché la morte di Cristo fa parte del disegno di Dio?)

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