119. In quale modo Cristo ha offerto se stesso al Padre?


119. In quale modo Cristo ha offerto se stesso al Padre?

Tutta la vita di Cristo è libera offerta al Padre per compiere il suo disegno di salvezza. Egli dà «la sua vita in riscatto per molti» (Mc 10,45) e in tal modo riconcilia con Dio tutta l'umanità. La sua sofferenza e la sua morte manifestano come la sua umanità sia lo strumento libero e perfetto dell'Amore divino che vuole la salvezza di tutti gli uomini.

“In Sintesi”
(CCC 620) La nostra salvezza proviene dall'iniziativa d'amore di Dio per noi poiché “è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,10). “È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo” (2 Cor 5,19).

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 606) Il Figlio di Dio disceso dal cielo non per fare la sua volontà ma quella di colui che l'ha “mandato (Gv 6,38), “entrando nel mondo dice: […] Ecco, io vengo […] per fare, o Dio, la tua volontà. […] Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre” (Eb 10,5-10). Dal primo istante della sua incarnazione, il Figlio abbraccia nella sua missione redentrice il disegno divino di salvezza: “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera” (Gv 4,34). Il sacrificio di Gesù “per i peccati di tutto il mondo” (1Gv 2,2) è l'espressione della sua comunione d'amore con il Padre: “Il Padre mi ama perché io offro la mia vita” (Gv 10,17). “Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato” (Gv 14,31). (CCC 608) Dopo aver accettato di dargli il battesimo tra i peccatori, [Lc 3,21; Mt 3,14-15] Giovanni Battista ha visto e mostrato in Gesù l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo (Gv 1,29.36). Egli manifesta così che Gesù è insieme il Servo sofferente che si lascia condurre in silenzio al macello [Is 53,7; Ger 11,19] e porta il peccato delle moltitudini [Is 53,12] e l'Agnello pasquale simbolo della redenzione di Israele al tempo della prima pasqua [Es 12,3-14; Gv 19,36; 1Cor 5,7]. Tutta la vita di Cristo esprime la sua missione: “servire e dare la propria vita in riscatto per molti”(Mc 10,45).

Per la riflessione
(CCC 607) Questo desiderio di abbracciare il disegno di amore redentore del Padre suo anima tutta la vita di Gesù [Lc 12,50; 22,15; Mt 16,21-23] perché la sua passione redentrice è la ragion d'essere della sua incarnazione: “Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora!” (Gv 12,27). “Non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?” (Gv 18,11). E ancora sulla croce, prima che tutto sia compiuto (Gv 19,30), egli dice: “Ho sete” (Gv 19,28). (CCC 609) Accogliendo nel suo cuore umano l'amore del Padre per gli uomini, Gesù “li amò sino alla fine” (Gv 13,1) “perché nessuno ha un amore più grande di questo: dare la propria vita per i propri amici” (Gv 15,13). Così nella sofferenza e nella morte la sua umanità è diventata lo strumento libero e perfetto del suo amore divino che vuole la salvezza degli uomini [Eb 2,10.17-18; 4,15; 5,7-9]. Infatti, egli ha liberamente accettato la sua passione e la sua morte per amore del Padre suo e degli uomini che il Padre vuole salvare: “Nessuno mi toglie [la vita], ma la offro da me stesso” (Gv 10,18). Di qui la sovrana libertà del Figlio di Dio quando va liberamente verso la morte [Gv 18,4-6; Mt 26,53].

(Prossima domanda: Come si esprime nell'ultima Cena l'offerta di Gesù?)

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