122. Quali sono gli effetti del sacrificio di Cristo sulla Croce?


122. Quali sono gli effetti del sacrificio di Cristo sulla Croce?

(Comp 122) Gesù ha liberamente offerto la sua vita in sacrificio espiatorio, cioè ha riparato le nostre colpe con la piena obbedienza del suo amore fino alla morte. Questo «amore fino alla fine» (Gv 13,1) del Figlio di Dio riconcilia con il Padre tutta l'umanità. Il sacrificio pasquale di Cristo riscatta quindi gli uomini in modo unico, perfetto e definitivo, e apre loro la comunione con Dio.

“In Sintesi”
(CCC 622) In questo consiste la redenzione di Cristo: egli “è venuto per […] dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20,28), cioè ad amare “i suoi sino alla fine” (Gv 13,1) perché essi siano liberati dalla loro vuota condotta ereditata dai loro padri (1Pt 1,18). (CCC 623) Mediante la sua obbedienza di amore al Padre “fino alla morte di croce” (Fil 2,8), Gesù compie la missione espiatrice [Is 53,10] del Servo sofferente che giustifica molti addossandosi la loro iniquità [Is 53,11; Rm 5,19].

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 613) La morte di Cristo è contemporaneamente il sacrificio pasquale che compie la redenzione definitiva degli uomini [1Cor 5,7; Gv 8,34-36] per mezzo dell'Agnello che toglie il peccato del mondo [Gv 1,29; 1Pt 1,19] e il sacrificio della Nuova Alleanza [1Cor 11,25] che di nuovo mette l'uomo in comunione con Dio [Es 24,8] riconciliandolo con lui mediante il sangue versato per molti in remissione dei peccati [Mt 26,28; Lv 16,15-16]. (CCC 614) Questo sacrificio di Cristo è unico: compie e supera tutti i sacrifici [Eb 10,10]. Esso è innanzitutto un dono dello stesso Dio Padre che consegna il Figlio suo per riconciliare noi con lui [1Gv 4,10]. Nel medesimo tempo è offerta del Figlio di Dio fatto uomo che, liberamente e per amore [Gv 15,13], offre la propria vita [Gv 10,17-18] al Padre suo nello Spirito Santo [Eb 9,14] per riparare la nostra disobbedienza. (CCC 615) “Come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Rm 5,19). Con la sua obbedienza fino alla morte, Gesù ha compiuto la sostituzione del Servo sofferente che offre se stesso in espiazione, mentre porta il peccato di molti, e li giustifica addossandosi la loro iniquità [Is 53,10-12]. Gesù ha riparato per i nostri errori e dato soddisfazione al Padre per i nostri peccati [Concilio di Trento: DS 1529].

Per la riflessione
(CCC 616) È l'amore “sino alla fine” (Gv 13,1) che conferisce valore di redenzione e di riparazione, di espiazione e di soddisfazione al sacrificio di Cristo. Egli ci ha tutti conosciuti e amati nell'offerta della sua vita [Gal 2,20; Ef 5,2.25]. “L'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti” (2Cor 5,14). Nessun uomo, fosse pure il più santo, era in grado di prendere su di sé i peccati di tutti gli uomini e di offrirsi in sacrificio per tutti. L'esistenza in Cristo della Persona divina del Figlio, che supera e nel medesimo tempo abbraccia tutte le persone umane e lo costituisce Capo di tutta l'umanità, rende possibile il suo sacrificio redentore per tutti. (CCC 617) “Sua sanctissima passione in ligno crucis nobis justificationem meruit – Con la sua santissima passione sul legno della croce ci meritò la giustificazione”, insegna il Concilio di Trento [DS 1529] sottolineando il carattere unico del sacrificio di Cristo come causa di salvezza eterna [Eb 5,9]. E la Chiesa venera la croce cantando: “O crux, ave, spes unica - Ave, o croce, unica speranza” [Aggiunta liturgica all’inno “Vexilla Regis”: Liturgia delle Ore, v. 2].

(Prossima domanda: Perché Gesù chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce?)

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