123. Perché Gesù chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce?


123. Perché Gesù chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce?
(Comp 123) Chiamando i suoi discepoli a «prendere la loro croce e a seguirlo» (Mt 16,24), Gesù vuole associare al suo sacrificio redentore quegli stessi che ne sono i primi beneficiari.

“In Sintesi”
(CCC 619) “Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture” (1Cor 15,3). (CCC 2099) E' giusto offrire sacrifici a Dio in segno di adorazione e di riconoscenza, di implorazione e di comunione: “Ogni azione compiuta per aderire a Dio rimanendo con lui in comunione, e poter così essere nella gioia, è un vero sacrificio” [Sant'Agostino, De civitate Dei, 10, 6: PL 41, 283].

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 618) La croce è l'unico sacrificio di Cristo, che è il solo “mediatore tra Dio e gli uomini” [1Tm 2,5]. Ma, poiché nella sua Persona divina incarnata, “si è unito in certo modo ad ogni uomo” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22], egli offre “a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale” [Ib.]. Egli chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce e a seguirlo [Mt 16,24], poiché patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme [1Pt 2,21]. Infatti egli vuole associare al suo sacrificio redentore quelli stessi che ne sono i primi beneficiari [Mc 10,39; Gv 21,18-19; Col 1,24]. Ciò si compie in maniera eminente per sua Madre, associata più intimamente di qualsiasi altro al mistero della sua sofferenza redentrice [Lc 2,35]. “Al di fuori della croce non vi è altra scala per salire al cielo” [Santa Rosa da Lima; P. Hansen, Vita mirabilis, (Roma 1664)].

Per la riflessione
(CCC 2100) Per essere autentico, il sacrificio esteriore deve essere espressione del sacrifico spirituale: “Uno spirito contrito è sacrificio...” (Sal 51,19). I profeti dell'Antica Alleanza spesso hanno denunciato i sacrifici compiuti senza partecipazione interiore [Am 5,21-25] o disgiunti dall'amore del prossimo [Is 1,10-20]. Gesù richiama le parole del profeta Osea: “Misericordia io voglio, non sacrificio” (Mt 9,13; 12,7) [Os 6,6]. L'unico sacrificio perfetto è quello che Cristo ha offerto sulla croce in totale oblazione all'amore del Padre e per la nostra salvezza [Eb 9,13-14]. Unendoci al suo sacrificio, possiamo fare della nostra vita un sacrificio a Dio.

(Prossima domanda: In quali condizioni era il corpo di Cristo mentre si trovava nella tomba?)

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