139. Con quali simboli si rappresenta lo Spirito Santo? (II parte)(continuazione)


139. Con quali simboli si rappresenta lo Spirito Santo? (II parte)(continuazione)

(Comp 139 ripetizione) Sono numerosi: l'acqua viva, che scaturisce dal cuore trafitto di Cristo e disseta i battezzati; l'unzione con l'olio, che è il segno sacramentale della Confermazione; il fuoco, che trasforma ciò che tocca; la nube, oscura o luminosa, in cui si rivela la gloria divina; l'imposizione delle mani, per cui viene dato lo Spirito; la colomba, che scende su Cristo e rimane su di lui al battesimo.

“In Sintesi”
(CCC 743) Dall'inizio alla fine dei tempi, quando Dio invia suo Figlio, invia sempre il suo Spirito: la loro missione è congiunta e inseparabile.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 696) Il fuoco. Mentre l'acqua significava la nascita e la fecondità della vita donata nello Spirito Santo, il fuoco simbolizza l'energia trasformante degli atti dello Spirito Santo. Il profeta Elia, che “sorse simile al fuoco” e la cui “parola bruciava come fiaccola” (Sir 48,1), con la sua preghiera attira il fuoco del cielo sul sacrificio del monte Carmelo [1Re 18,38-39], figura del fuoco dello Spirito Santo che trasforma ciò che tocca. Giovanni Battista, che cammina innanzi al Signore “con lo spirito e la forza di Elia” (Lc 1,17), annunzia Cristo come colui che “battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Lc 3,16), quello Spirito di cui Gesù dirà: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49). È sotto la forma di “lingue come di fuoco” che lo Spirito Santo si posa sui discepoli il mattino di pentecoste e li riempie di sé (At 2,3-4). La tradizione spirituale riterrà il simbolismo del fuoco come uno dei più espressivi dell'azione dello Spirito Santo [San Giovanni della Croce, Llama de amor viva, Burgos 1931, p. 1-102; 103-213]. “Non spegnete lo Spirito” (1Ts 5,19).

Per la riflessione
(CCC 697) La nube e la luce. Questi due simboli sono inseparabili nelle manifestazioni dello Spirito Santo. Fin dalle teofanie dell'Antico Testamento, la nube, ora oscura, ora luminosa, rivela il Dio vivente e salvatore, velando la trascendenza della sua gloria: con Mosè sul monte Sinai [Es 24,15-18], presso la tenda del convegno [Es 33,9-10] e durante il cammino nel deserto [Es 40,36-38; 1Cor 10,1-2]; con Salomone al momento della dedicazione del Tempio [1Re 8,10-12]. Ora, queste figure sono portate a compimento da Cristo nello Spirito Santo. È questi che scende sulla Vergine Maria e su di lei stende la “sua ombra”, affinché ella concepisca e dia alla luce Gesù [Lc 1,35]. Sulla montagna della trasfigurazione è lui che viene nella nube che avvolge Gesù, Mosè e Elia, Pietro, Giacomo e Giovanni, e “dalla nube” esce una voce che dice: “Questi è il mio Figlio, l'eletto; ascoltatelo” (Lc 9,34-35). Infine, è la stessa nube che sottrae Gesù allo sguardo dei discepoli il giorno dell'Ascensione [At 1,9] e che lo rivelerà Figlio dell'uomo nella sua gloria il giorno della sua venuta [Lc 21,27]. [CONTINUA]

(Continua la domanda: Con quali simboli si rappresenta lo Spirito Santo?)

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