205. Con la morte, che cosa succede al nostro corpo e alla nostra anima? (I parte)


205. Con la morte, che cosa succede al nostro corpo e alla nostra anima? (I parte)

(Comp 205) Con la morte, separazione dell'anima e del corpo, il corpo cade nella corruzione, mentre l'anima, che è immortale, va incontro al giudizio di Dio e attende di ricongiungersi al corpo quando, al ritorno del Signore, risorgerà trasformato. Comprendere come avverrà la risurrezione supera le possibilità della nostra immaginazione e del nostro intelletto.

“In Sintesi”
(CCC 1016) Con la morte l'anima viene separata dal corpo, ma nella risurrezione Dio tornerà a dare la vita incorruttibile al nostro corpo trasformato, riunendolo alla nostra anima. Come Cristo è risorto e vive per sempre, così tutti noi risusciteremo nell'ultimo giorno.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 992) La risurrezione dei morti è stata rivelata da Dio al suo popolo progressivamente. La speranza nella risurrezione corporea dei morti si è imposta come una conseguenza intrinseca della fede in un Dio Creatore di tutto intero l’uomo, anima e corpo. Il Creatore del cielo e della terra è anche colui che mantiene fedelmente la sua Alleanza con Abramo e con la sua discendenza. È in questa duplice prospettiva che comincerà ad esprimersi la fede nella risurrezione. Nelle loro prove i martiri Maccabei confessano: “Il Re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna” (2 Mac 7, 9). “È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l’adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati” (2 Mac 7, 14. 29; Dn 12,1-13). (CCC 993) I farisei [At 23,6] e molti contemporanei del Signore [Gv 11,24] speravano nella risurrezione. Gesù la insegna con fermezza. Ai sadducei che la negano risponde: «Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio?» (Mc 12, 24). La fede nella risurrezione riposa sulla fede in Dio che «non è un Dio dei morti, ma dei viventi!» (Mc 12, 27).

Per la riflessione
(CCC 994) Ma c’è di più. Gesù lega la fede nella risurrezione alla sua stessa Persona: «Io sono la Risurrezione e la Vita» (Gv 11, 25). Sarà lo stesso Gesù a risuscitare nell’ultimo giorno coloro che avranno creduto in lui e che avranno mangiato il suo Corpo e bevuto il suo Sangue [Gv 6,54]. Egli fin d’ora ne dà un segno e una caparra facendo tornare in vita alcuni morti [Mc 5,21-43; Lc 7,11; Gv 11], annunziando con ciò la sua stessa risurrezione, la quale però sarà di un altro ordine. Di tale avvenimento senza eguale parla come del «segno di Giona» [Mt 12, 39], del segno del tempio [Gv 2,19-22]: annunzia la sua Risurrezione al terzo giorno dopo essere stato messo a morte [Mc 10,34]. (CCC 995) Essere testimone di Cristo è essere «testimone della sua Risurrezione» (At 1,22; 4,33), aver «mangiato e bevuto con lui dopo la sua Risurrezione dai morti» (At 10,41). La speranza cristiana nella risurrezione è contrassegnata dagli incontri con Cristo risorto. Noi risusciteremo come lui, con lui, per mezzo di lui. [CONTINUA]

(Continua la domanda: Con la morte, che cosa succede al nostro corpo e alla nostra anima?)

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