212. In che cosa consiste l'inferno?


212. In che cosa consiste l'inferno?

(Comp 212) Consiste nella dannazione eterna di quanti muoiono per libera scelta in peccato mortale. La pena principale dell'inferno sta nella separazione eterna da Dio, nel quale unicamente l'uomo ha la vita e la felicità, per le quali è stato creato e alle quali aspira. Cristo esprime questa realtà con le parole: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno» (Mt 25,41).

“In Sintesi”
(CCC 1056) Seguendo l'esempio di Cristo, la Chiesa avverte i fedeli della “triste e penosa realtà della morte eterna” [Congregazione per il Clero, Direttorio catechistico generale, 69], chiamata anche “inferno”. (CCC 1057) La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio; in Dio soltanto l'uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 1034) Gesù parla ripetutamente della “geenna”, del “fuoco inestinguibile” [Mt 5,22.29; 13,42.50; Mc 9,43-48] che è riservato a chi sino alla fine della vita rifiuta di credere e di convertirsi, e dove possono perire sia l'anima che il corpo [Mt 10,28]. Gesù annunzia con parole severe: “il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno […] tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente” (Mt 13,41-42), ed egli pronunzierà la condanna: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!” (Mt 25,41). (CCC 1035) La Chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell'inferno, “il fuoco eterno” [Simbolo “Quicumque”: DS 76; Sinodo di Costantinopoli (anno 543): DS 409; 411; Concilio Lateranense IV: DS 801; Concilio di Lione II: Ds 858; Benedetto XII Cost. Benedictus Deus: DS 1002; Concilio di Firenze: DS 1351; Concilio di Trento: DS 1575; Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 12]. La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l'uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira.

Per la riflessione
(CCC 1033) Non possiamo essere uniti a Dio se non scegliamo liberamente di amarlo. Ma non possiamo amare Dio se pecchiamo gravemente contro di lui, contro il nostro prossimo o contro noi stessi: “Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna” (1Gv 3,15). Nostro Signore ci avverte che saremo separati da lui se non soccorriamo nei loro gravi bisogni i poveri e i piccoli che sono suoi fratelli [Mt 25,31-46]. Morire in peccato mortale senza essersene pentiti e senza accogliere l'amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola “inferno”.

(Prossima domanda: Come si concilia l'esistenza dell'inferno con l'infinita bontà di Dio?)

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