222. Qual è l'opera di Cristo nella liturgia? (II parte) (continuazione)


222. Qual è l'opera di Cristo nella liturgia? (II parte) (continuazione)

(Comp 222 ripetizione) Nella liturgia della Chiesa, Cristo significa e realizza principalmente il proprio Mistero pasquale. Donando lo Spirito Santo agli Apostoli ha concesso loro e ai loro successori il potere di attuare l'opera della salvezza per mezzo del Sacrificio eucaristico e dei Sacramenti, nei quali egli stesso agisce per comunicare la sua grazia ai fedeli di tutti i tempi e in tutto il mondo.

“In Sintesi”
(CCC 1111) L'opera di Cristo nella liturgia è sacramentale perché il suo mistero di salvezza vi è reso presente mediante la potenza del suo Santo Spirito; perché il suo corpo, che è la Chiesa, è come il sacramento (segno e strumento) nel quale lo Spirito Santo dispensa il mistero della salvezza; perché, attraverso le sue azioni liturgiche, la Chiesa pellegrina nel tempo partecipa già, pregustandola, alla liturgia celeste.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 1088) “Per realizzare un'opera così grande” [la dispensazione o comunicazione della sua opera di salvezza] Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, in modo speciale nelle azioni liturgiche. E' presente nel sacrificio della Messa sia nella persona del ministro, ‘egli che, offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso per il ministero dei sacerdoti’, sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. E' presente con la sua virtù nei sacramenti, di modo che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza. E' presente nella sua Parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura. E' presente, infine, quando la Chiesa prega e loda, lui che ha promesso: ‘Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro’”(Mt 18,20; Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 7). (CCC 1089) “In quest'opera così grande, con la quale viene resa a Dio una gloria perfetta e gli uomini vengono santificati, Cristo associa sempre a sé la Chiesa, sua Sposa amatissima, la quale prega il suo Signore e per mezzo di lui rende il culto all'Eterno Padre” [Sacrosanctum concilium, 7].

Per la riflessione
(CCC 1090) “Nella liturgia terrena noi partecipiamo, pregustandola, a quella celeste, che viene celebrata nella santa Città di Gerusalemme, verso la quale tendiamo come pellegrini, dove il Cristo siede alla destra di Dio quale ministro dei santi e del vero tabernacolo; con tutte le schiere della milizia celeste cantiamo al Signore l'inno di gloria; ricordando con venerazione i santi, speriamo di ottenere un qualche posto con essi; aspettiamo, quale Salvatore, il Signore nostro Gesù Cristo, fino a quando egli comparirà, nostra vita, e noi appariremo con lui nella gloria” [Sacrosanctum concilium, 8; Lumen Gentium, 50]. [FINE]

(Prossima domanda: Nella liturgia, come opera lo Spirito Santo nei confronti della Chiesa?)

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