223. Nella liturgia, come opera lo Spirito Santo nei confronti della Chiesa? (II parte) (continuazione)


223. Nella liturgia, come opera lo Spirito Santo nei confronti della Chiesa? (II parte) (continuazione)

(Comp 223 ripetizione) Nella liturgia si attua la più stretta cooperazione tra lo Spirito Santo e la Chiesa. Lo Spirito Santo prepara la Chiesa ad incontrare il suo Signore; ricorda e manifesta Cristo alla fede dell'assemblea; rende presente e attualizza il Mistero di Cristo; unisce la Chiesa alla vita e alla missione di Cristo e fa fruttificare in essa il dono della comunione.

“In Sintesi”
(CCC 1112 ripetizione) La missione dello Spirito Santo nella liturgia della Chiesa è di preparare l'assemblea a incontrare Cristo; di ricordare e manifestare Cristo alla fede dell'assemblea; di rendere presente e attualizzare, con la sua potenza trasformatrice, l'opera salvifica di Cristo, e di far fruttificare il dono della comunione nella Chiesa.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 1094) Proprio su questa armonia dei due Testamenti [Conc. Vat. II, Dei Verbum, 14-16] si articola la catechesi pasquale del Signore [Lc 24,13-49] e in seguito quella degli Apostoli e dei Padri della Chiesa. Tale catechesi svela ciò che rimaneva nascosto sotto la lettera dell'Antico Testamento: il mistero di Cristo. Essa è chiamata “tipologica” in quanto rivela la novità di Cristo a partire dalle “figure” (tupoi) che lo annunziavano nei fatti, nelle parole e nei simboli della prima Alleanza. Attraverso questa rilettura nello Spirito di verità a partire da Cristo, le figure vengono svelate [2Cor 3,14-16]. Così, il diluvio e l'arca di Noè prefiguravano la salvezza per mezzo del Battesimo [1Pt 3,21], come pure la nube e la traversata del Mar Rosso; l'acqua dalla roccia era figura dei doni spirituali di Cristo [1Cor 10,1-6]; la manna nel deserto prefigurava l'Eucaristia, “il vero pane dal cielo” [Gv 6,32]. (CCC 1095) Per questo la Chiesa, specialmente nei tempi di Avvento, di Quaresima e soprattutto nella notte di Pasqua, rilegge e rivive tutti questi grandi eventi della storia della salvezza nell'“oggi” della sua liturgia. Ma questo esige pure che la catechesi aiuti i fedeli ad aprirsi a tale intelligenza “spirituale” dell'Economia della salvezza, come la liturgia della Chiesa la manifesta e ce la fa vivere.

Per la riflessione
(CCC 1096) Liturgia ebraica e Liturgia cristiana. Una migliore conoscenza della fede e della vita religiosa del popolo ebraico, quali sono professate e vissute ancora al presente, può aiutare a comprendere meglio certi aspetti della liturgia cristiana. Per gli ebrei e per i cristiani la Sacra Scrittura è una parte essenziale delle loro liturgie: per la proclamazione della Parola di Dio, la risposta a questa Parola, la preghiera di lode e di intercessione per i vivi e per i morti, il ricorso alla misericordia divina. La liturgia della Parola, nella sua specifica struttura, ha la sua origine nella preghiera ebraica. La preghiera delle Ore e altri testi e formulari liturgici hanno in essa i loro corrispettivi, come pure le stesse formule delle nostre preghiere più degne di venerazione, tra le quali il “Padre nostro”. Anche le preghiere eucaristiche si ispirano a modelli della tradizione ebraica. Il rapporto tra la Liturgia ebraica e quella cristiana, ma anche le differenze tra i loro contenuti, sono particolarmente visibili nelle grandi feste dell'anno liturgico, come la Pasqua. Cristiani ed ebrei celebrano la Pasqua: Pasqua della storia, tesa verso il futuro, presso gli ebrei; presso i cristiani, Pasqua compiuta nella morte e nella risurrezione di Cristo, anche se ancora in attesa della definitiva consumazione. [CONTINUA]

(Continua la domanda: Nella liturgia, come opera lo Spirito Santo nei confronti della Chiesa?)

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