267. Qual è il rito essenziale della Confermazione? (I parte)


267. Qual è il rito essenziale della Confermazione? (I parte)

(Comp 267) Il rito essenziale della Confermazione è l'unzione con il sacro crisma (olio misto con balsamo, consacrato dal Vescovo), che si fa con l'imposizione della mano da parte del ministro che pronunzia le parole sacramentali proprie del rito. In Occidente, tale unzione viene fatta sulla fronte del battezzato con le parole: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono». Presso le Chiese Orientali di rito bizantino, l'unzione viene fatta anche su altre parti del corpo, con la formula: «Sigillo del dono dello Spirito Santo».

“In Sintesi”
(CCC 1320) Il rito essenziale della Confermazione è l'unzione con il sacro Crisma sulla fronte del battezzato (in Oriente anche su altre parti del corpo), accompagnata dall'imposizione delle mani da parte del ministro e dalle parole: “Accipe signaculum doni Spiritus Sancti” - “Ricevi il sigillo del dono dello Spirito Santo che ti è dato in dono”, nel rito romano; “Signaculum doni Spiritus Sancti” - “Sigillo del dono dello Spirito Santo”, nel rito bizantino.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 1290) Nei primi secoli la Confermazione costituisce in genere una celebrazione unica con il Battesimo, formando con questo, secondo l'espressione di san Cipriano, un “sacramento doppio”. Ma il moltiplicarsi, tra le altre cause, dei Battesimi di bambini, e questo in qualsiasi periodo dell'anno, e la crescita numerica delle parrocchie (rurali), con il conseguente ampliamento delle diocesi, non permettono più la presenza del Vescovo a tutte le celebrazioni battesimali. In Occidente, poiché si preferisce riservare al Vescovo il portare a compimento il Battesimo, avviene la separazione temporale dei due sacramenti. L'Oriente ha invece conservato uniti i due sacramenti, così che la Confermazione è conferita dal presbitero stesso che battezza. Questi tuttavia può farlo soltanto con il “crisma” consacrato da un Vescovo [CCEO canoni 695, § 1; 696, § 1]. (CCC 1291) Una consuetudine della Chiesa di Roma ha facilitato lo sviluppo della pratica occidentale: la duplice unzione con il sacro crisma dopo il Battesimo. La prima unzione, compiuta dal sacerdote sul neofita, al momento in cui esce dal lavacro battesimale, è portata a compimento da una seconda unzione fatta dal Vescovo sulla fronte di ogni neo-battezzato [Sant'Ippolito di Roma, Traditio apostolica, 21]. La prima unzione con il sacro crisma, quella data dal sacerdote, è rimasta unita al rito del Battesimo: significa la partecipazione del battezzato alle funzioni profetica, sacerdotale e regale di Cristo. Se il Battesimo viene conferito ad un adulto, vi è una sola unzione post-battesimale: quella della Confermazione.

Per la riflessione
(CCC 1292) La pratica delle Chiese orientali sottolinea maggiormente l'unità dell'iniziazione cristiana. Quella della Chiesa latina evidenzia più nettamente la comunione del nuovo cristiano con il proprio Vescovo, garante e servo dell'unità della sua Chiesa, della sua cattolicità e della sua apostolicità, e, conseguentemente, il legame con le origini apostoliche della Chiesa di Cristo. (CCC 1293) Nel rito di questo sacramento è opportuno considerare il segno dell'unzione e ciò che l'unzione indica e imprime: il sigillo spirituale. Nel simbolismo biblico e antico, l'unzione presenta una grande ricchezza di significati: l'olio è segno di abbondanza [Dt 11,14, ecc.] e di gioia [Sal 23,5; 104,15], purifica (unzione prima e dopo il bagno), rende agile (l'unzione degli atleti e dei lottatori); è segno di guarigione, poiché cura le contusioni e le piaghe [Is 1,6; Lc 10,34] e rende luminosi di bellezza, di salute e di forza. [CONTINUA]

(Continua la domanda: Qual è il rito essenziale della Confermazione?)

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