267. Qual è il rito essenziale della Confermazione? (II parte) (continuazione)


267. Qual è il rito essenziale della Confermazione? (II parte) (continuazione)

(Comp 267 ripetizione) Il rito essenziale della Confermazione è l'unzione con il sacro crisma (olio misto con balsamo, consacrato dal Vescovo), che si fa con l'imposizione della mano da parte del ministro che pronunzia le parole sacramentali proprie del rito. In Occidente, tale unzione viene fatta sulla fronte del battezzato con le parole: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono». Presso le Chiese Orientali di rito bizantino, l'unzione viene fatta anche su altre parti del corpo, con la formula: «Sigillo del dono dello Spirito Santo».

“In Sintesi”
(CCC 1321) Quando la Confermazione viene celebrata separatamente dal Battesimo, il suo legame con questo è espresso, tra l'altro, dalla rinnovazione delle promesse battesimali. La celebrazione della Confermazione durante la liturgia Eucaristica contribuisce a sottolineare l'unità dei sacramenti dell'iniziazione cristiana.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 1294) Questi significati dell'unzione con l'olio si ritrovano tutti nella vita sacramentale. L'unzione prima del Battesimo con l'olio dei catecumeni ha il significato di purificare e fortificare; l'unzione degli infermi esprime la guarigione e il conforto. L'unzione con il sacro crisma dopo il Battesimo, nella Confermazione e nell'Ordinazione, è il segno di una consacrazione. Mediante la Confermazione, i cristiani, ossia coloro che sono unti, partecipano maggiormente alla missione di Gesù Cristo e alla pienezza dello Spirito Santo di cui egli è ricolmo, in modo che tutta la loro vita effonda il “profumo di Cristo” (2 Cor 2,15). (CCC 1295) Per mezzo di questa unzione il cresimando riceve “il marchio”, il sigillo dello Spirito Santo. Il sigillo è il simbolo della persona, [Gen 38,18; Ct 8,6] il segno della sua autorità, [Gen 41,42] della sua proprietà su un oggetto [Dt 32,34] (per questo si usava imprimere sui soldati il sigillo del loro capo, come sugli schiavi quello del loro padrone); esso autentica un atto giuridico [1Re 21,8] o un documento [Ger 32,10] e, in certi casi, lo rende segreto [Is 29,11].

Per la riflessione
(CCC 1296) Cristo stesso si dichiara segnato dal sigillo del Padre suo [Gv 6,27]. Anche il cristiano è segnato con un sigillo: “E' Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori” (2Cor 1,21-22; cf . Ef 1,13; 4,30). Questo sigillo dello Spirito Santo segna l'appartenenza totale a Cristo, l'essere al suo servizio per sempre, ma anche la promessa della divina protezione nella grande prova escatologica [Ap 7,2-3; 9,4; Ez 9,4-6]. (CCC 1297) La consacrazione del sacro crisma è un momento importante che precede la celebrazione della Confermazione, ma che, in un certo senso, ne fa parte. E' il Vescovo che, il Giovedì Santo, durante la Messa crismale, consacra il sacro crisma per tutta la sua diocesi. Anche nelle Chiese d'Oriente questa consacrazione è riservata al Patriarca. La liturgia antiochena esprime in questi termini l'epiclesi della consacrazione del sacro crisma (myron): “[Padre (...) manda il tuo Santo Spirito] su di noi e su questo olio che è davanti a noi e consacralo, affinché per tutti coloro che ne verranno unti e segnati, esso sia: myron santo, myron sacerdotale, myron regale, unzione di letizia, la veste di luce, il manto della salvezza, il dono spirituale, la santificazione delle anime e dei corpi, la felicità eterna, il sigillo indelebile, lo scudo della fede e l'elmo invincibile contro tutte le macchinazioni dell'avversario” [Pontificale iuxta ritum Ecclesiae Syrorum Occidentalium id est Antiochiae, Pars I, Versio latina]. [CONTINUA]

(Continua la domanda: Qual è il rito essenziale della Confermazione?)

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