314. Quale significato ha la compassione di Gesù verso gli ammalati?


314. Quale significato ha la compassione di Gesù verso gli ammalati?

(Comp 314) La compassione di Gesù verso gli ammalati e le sue numerose guarigioni di infermi sono un chiaro segno che con lui è venuto il Regno di Dio e quindi la vittoria sul peccato, sulla sofferenza e sulla morte. Con la sua passione e morte, egli dà nuovo senso alla sofferenza, la quale, se unita alla sua, può diventare mezzo di purificazione e di salvezza per noi e per gli altri.

“In Sintesi”
(CCC 1527) Il sacramento dell'Unzione degli infermi ha lo scopo di conferire una grazia speciale al cristiano che sperimenta le difficoltà inerenti allo stato di malattia grave o alla vecchiaia.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 1503) La compassione di Cristo verso i malati e le sue numerose guarigioni di infermi di ogni genere [Mt 4,24] sono un chiaro segno del fatto che “Dio ha visitato il suo popolo” (Lc 7,16) e che il regno di Dio è vicino. Gesù non ha soltanto il potere di guarire, ma anche di perdonare i peccati [Mc 2,5-12]: è venuto a guarire l'uomo tutto intero, anima e corpo; è il medico di cui i malati hanno bisogno [Mc 2,17]. La sua compassione verso tutti coloro che soffrono si spinge così lontano che egli si identifica con loro: “Ero malato e mi avete visitato” (Mt 25,36). Il suo amore di predilezione per gli infermi non ha cessato, lungo i secoli, di rendere i cristiani particolarmente premurosi verso tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Essa sta all'origine degli instancabili sforzi per alleviare le loro pene.

Per la riflessione
(CCC 1504) Spesso Gesù chiede ai malati di credere [Mc 5,34; 5,36; 9,23]. Si serve di segni per guarire: saliva e imposizione delle mani [Mc 7,32-36; 8,22-25], fango e abluzione [Gv 9,6s]. I malati cercano di toccarlo [Mc 1,41; 3,10; 6,56] “perché da lui usciva una forza che sanava tutti” (Lc 6,19). Così, nei sacramenti, Cristo continua a “toccarci” per guarirci. (CCC 1505) Commosso da tante sofferenze, Cristo non soltanto si lascia toccare dai malati, ma fa sue le loro miserie: “Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie” (Mt 8,17; cf. Is 53,4). Non ha guarito però tutti i malati. Le sue guarigioni erano segni della venuta del Regno di Dio. Annunciavano una guarigione più radicale: la vittoria sul peccato e sulla morte attraverso la sua Pasqua. Sulla croce, Cristo ha preso su di sé tutto il peso del male [Is 53,4-6] e ha tolto il “peccato del mondo” (Gv 1,29), di cui la malattia non è che una conseguenza. Con la sua passione e la sua morte sulla Croce, Cristo ha dato un senso nuovo alla sofferenza: essa può ormai configurarci a lui e unirci alla sua passione redentrice.

(Prossima domanda: Qual è il comportamento della Chiesa verso i malati?)

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