335. Quali sono gli effetti del Sacramento dell'Ordine? (III parte) (continuazione)


335. Quali sono gli effetti del Sacramento dell'Ordine? (III parte) (continuazione)

(Comp 335 ripetizione) Questo Sacramento dona una speciale effusione dello Spirito Santo, che configura l'ordinato a Cristo nella sua triplice funzione di Sacerdote, Profeta e Re, secondo i rispettivi gradi del Sacramento. L'ordinazione conferisce un carattere spirituale indelebile: perciò non può essere ripetuta né conferita per un tempo limitato.

“In Sintesi”

(CCC 1592 ripetizione) Il sacerdozio ministeriale differisce essenzialmente dal sacerdozio comune dei fedeli poiché conferisce un potere sacro per il servizio dei fedeli. I ministri ordinati esercitano il loro servizio presso il popolo di Dio attraverso l'insegnamento (munus docendi), il culto divino (munus liturgicum) e il governo pastorale (munus regendi).

Approfondimenti e spiegazioni

(CCC 1587) Il dono spirituale conferito dall'ordinazione presbiterale è espresso da questa preghiera propria del rito bizantino. Il Vescovo, imponendo le mani, dice tra l'altro: “Signore, riempi di Spirito Santo colui che ti sei degnato di elevare alla dignità sacerdotale, affinché sia degno di stare irreprensibile davanti al tuo altare, di annunciare il Vangelo del tuo regno, di compiere il ministero della tua parola di verità, di offrirti doni e sacrifici spirituali, di rinnovare il tuo popolo mediante il lavacro della rigenerazione; in modo che egli stesso vada incontro al nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo, tuo unico Figlio, nel giorno della sua seconda venuta, e riceva dalla tua immensa bontà la ricompensa di un fedele adempimento del suo ministero” [Liturgia bizantina. Seconda preghiera dell’imposizione delle mani presbiterale]. (CCC 1588) Quanto ai diaconi, “sostenuti dalla grazia sacramentale, servono il popolo di Dio nel ministero della liturgia, della parola e della carità, in comunione con il vescovo e il suo presbiterio” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 29].

Per la riflessione

(CCC 1589) Dinanzi alla grandezza della grazia e dell'ufficio sacerdotali, i santi dottori hanno avvertito l'urgente appello alla conversione al fine di corrispondere con tutta la loro vita a Colui di cui sono divenuti ministri mediante il sacramento. Così, san Gregorio Nazianzeno, giovanissimo sacerdote, esclama: “Bisogna cominciare col purificare se stessi prima di purificare gli altri; bisogna essere istruiti per poter istruire; bisogna divenire luce per illuminare, avvicinarsi a Dio per avvicinare a lui gli altri, essere santificati per santificare, condurre per mano e consigliare con intelligenza” [San Gregorio Nazianzeno, Oratio, 2, 71: PG 35, 480]. “So di chi siamo i ministri, a quale altezza ci troviamo e chi è Colui verso il quale ci dirigiamo. Conosco la grandezza di Dio e la debolezza dell'uomo, ma anche la sua forza” [Id., Oratio, 2, 74: PG 35, 481]. [Chi è dunque il sacerdote? E'] il difensore della verità, che si eleva con gli angeli, glorifica con gli arcangeli, fa salire sull'altare del cielo le vittime dei sacrifici, condivide il sacerdozio di Cristo, riplasma la creatura, restaura [in essa] l'immagine [di Dio], la ricrea per il mondo di lassù, e, per dire ciò che vi è di più di sublime, è divinizzato e divinizza” [Id., Oratio, 2, 73: PG 35, 481]. E il santo Curato d'Ars: “E' il sacerdote che continua l'opera di redenzione sulla terra” […] “Se si comprendesse bene il sacerdote qui in terra, si morirebbe non di spavento, ma di amore”. [...] “Il Sacerdozio è l'amore del cuore di Gesù” [B. Nodet, Le Curé d'Ars. Sa pensée-son coeur (Le Puy 1966) p. 98]. [FINE]


(Prossima domanda: Con quale autorità viene esercitato il sacerdozio ministeriale?)

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