344. Che cosa è il consenso matrimoniale? (II parte) (continuazione)


344. Che cosa è il consenso matrimoniale? (II parte) (continuazione)

(Comp 344 ripetizione) Il consenso matrimoniale è la volontà, espressa da un uomo e da una donna, di donarsi mutuamente e definitivamente, allo scopo di vivere un'alleanza di amore fedele e fecondo. Poiché il consenso fa il Matrimonio, esso è indispensabile e insostituibile. Per rendere valido il Matrimonio, il consenso deve avere come oggetto il vero Matrimonio ed essere un atto umano, cosciente e libero, non determinato da violenza o costrizioni.

“In Sintesi”

(CCC 1662 ripertizione) Il matrimonio si fonda sul consenso dei contraenti, cioè sulla volontà di donarsi mutuamente e definitivamente, allo scopo di vivere un'alleanza d'amore fedele e fecondo.

Approfondimenti e spiegazioni

(CCC 1630) Il sacerdote (o il diacono) che assiste alla celebrazione del matrimonio, accoglie il consenso degli sposi a nome della Chiesa e dà la benedizione della Chiesa. La presenza del ministro della Chiesa (e anche dei testimoni) esprime visibilmente che il matrimonio è una realtà ecclesiale. (CCC 1631) E' per questo motivo che la Chiesa normalmente richiede per i suoi fedeli la forma ecclesiastica della celebrazione del matrimonio [Concilio di Trento: DS 1813-1816; CIC canone 1108]. Diverse ragioni concorrono a spiegare questa determinazione: - Il Matrimonio sacramentale è un atto liturgico. E' quindi conveniente che venga celebrato nella liturgia pubblica della Chiesa; - il Matrimonio introduce in un ordo - ordine - ecclesiale, crea dei diritti e dei doveri nella Chiesa, fra gli sposi e verso i figli; - poiché il Matrimonio è uno stato di vita nella Chiesa, è necessario che vi sia certezza sul Matrimonio (da qui l'obbligo di avere dei testimoni); - il carattere pubblico del consenso protegge il “Sì” una volta dato e aiuta a rimanervi fedele.

Per la riflessione

(CCC 1632) Perché il “Sì” degli sposi sia un atto libero e responsabile, e l'alleanza matrimoniale abbia delle basi umane e cristiane solide e durature, la preparazione al Matrimonio è di fondamentale importanza. L'esempio e l'insegnamento dati dai genitori e dalle famiglie restano il cammino privilegiato di questa preparazione. Il ruolo dei Pastori e della comunità cristiana come “famiglia di Dio” è indispensabile per la trasmissione dei valori umani e cristiani del matrimonio e della famiglia [CIC canone 1063], tanto più che nel nostro tempo molti giovani conoscono l'esperienza di focolari distrutti che non assicurano più sufficientemente questa iniziazione: “I giovani devono essere adeguatamente e tempestivamente istruiti, soprattutto in seno alla propria famiglia, sulla dignità dell'amore coniugale, sulla sua funzione e le sue espressioni; così che, formati nella stima della castità, possano ad età conveniente passare da un onesto fidanzamento alle nozze” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 49]. [FINE]


(Prossima domanda: Che cosa si richiede quando uno degli sposi non è cattolico?)

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