357. Come la vita morale cristiana è legata alla fede e ai Sacramenti? (I parte)


357. Come la vita morale cristiana è legata alla fede e ai Sacramenti? (I parte)

(Comp 357) Ciò che il Simbolo della fede professa, i Sacramenti lo comunicano. Infatti, con essi i fedeli ricevono la grazia di Cristo e i doni dello Spirito Santo, che li rendono capaci di vivere la nuova vita di figli di Dio nel Cristo accolto con la fede.

“In Sintesi”

(CCC 1691) “Riconosci, o cristiano, la tua dignità, e, reso consorte della natura divina, non voler tornare all'antica bassezza con una vita indegna. Ricorda a quale Capo appartieni e di quale corpo sei membro. Ripensa che, liberato dal potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce e nel regno di Dio” [San Leone Magno, Sermo 21, 3; PL 54, 192-193].

Approfondimenti e spiegazioni

(CCC 1692) Il Simbolo della fede ha professato la grandezza dei doni di Dio all'uomo nell'opera della creazione e ancor più mediante la redenzione e la santificazione. Ciò che la fede confessa, i sacramenti lo comunicano: per mezzo dei sacramenti che li hanno fatti rinascere, i cristiani sono diventati “figli di Dio” (1Gv 3,1; Gv 1,12), “partecipi della natura divina” (2Pt 1,4). Riconoscendo nella fede la loro nuova dignità, i cristiani sono chiamati a comportarsi ormai in modo degno del Vangelo di Cristo (Fil 1,27). Mediante i sacramenti e la preghiera, essi ricevono la grazia di Cristo e i doni del suo Spirito, che li rendono capaci di questa vita nuova. (CCC 1693) Cristo Gesù ha sempre fatto ciò che era gradito al Padre [Gv 8,29]. Egli ha sempre vissuto in perfetta comunione con lui. Allo stesso modo i suoi discepoli sono invitati a vivere sotto lo sguardo del Padre “che vede nel segreto” (Mt 6,6) per diventare “perfetti come è perfetto il Padre [...] celeste” (Mt 5,47).

Per la riflessione

(CCC 1694) Incorporati a Cristo per mezzo del Battesimo [Rm 6,5], i cristiani sono “morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù” (Rm 6,11), partecipando così alla vita del Risorto [Col 2,12]. Alla sequela di Cristo e in unione con lui [Gv 15,5], i cristiani possono farsi imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminare “nella carità” (Ef 5,1-2), conformando i loro pensieri, le loro parole, le loro azioni ai “sentimenti che furono in Cristo Gesù” [Fil 2,5] e seguendone gli esempi [Gv 13,12-16]. (CCC 1695) “Giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio” (1Cor 6,11), “santificati” e “chiamati ad essere santi” (1Cor 1,2) i cristiani sono diventati “tempio dello Spirito Santo” (1Cor 6,19). Questo “Spirito del Figlio” insegna loro a pregare il Padre [Gal 4,6] e, essendo diventato la loro vita, li fa agire [Gal 5,25] in modo tale che portino “il frutto dello Spirito” [Gal 5,22] mediante una carità operosa. Guarendo le ferite del peccato, lo Spirito Santo ci rinnova interiormente con una trasformazione spirituale [Ef 4,23], ci illumina e ci fortifica per vivere come “figli della luce” (Ef 5,8), mediante “ogni bontà, giustizia e verità” (Ef 5,9). [CONTINUA]


(Continua la domanda: Come la vita morale cristiana è legata alla fede e ai Sacramenti?)

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