362. Che cos'è la beatitudine eterna? (I parte)


362. Che cos'è la beatitudine eterna? (I parte)

(Comp 362) È la visione di Dio nella vita eterna, in cui noi saremo pienamente «partecipi della natura divina» (2 Pt 1,4), della gloria di Cristo e del godimento della vita trinitaria. La beatitudine oltrepassa le capacità umane: è un dono soprannaturale e gratuito di Dio, come la grazia che ad essa conduce. La beatitudine promessa ci pone di fronte a scelte morali decisive riguardo ai beni terreni, stimolandoci ad amare Dio al di sopra di tutto.

“In Sintesi”

(CCC 1727) La beatitudine della vita eterna è un dono gratuito di Dio: è soprannaturale al pari della grazia che ad essa conduce. (CCC 1729) La beatitudine del Cielo determina i criteri di discernimento nell'uso dei beni terreni in conformità alla Legge di Dio.

Approfondimenti e spiegazioni

(CCC 1720) Il Nuovo Testamento usa parecchie espressioni per caratterizzare la beatitudine alla quale Dio chiama l'uomo: l'avvento del regno di Dio [Mt 4,17]; la visione di Dio: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8); [1Gv 3,2; 1Cor 13,12] l'entrata nella gioia del Signore [Mt 25,21.23]; l'entrata nel riposo di Dio [Eb 4,7-11]: “Là noi riposeremo e vedremo; vedremo e ameremo; ameremo e loderemo. Ecco ciò che alla fine sarà, senza fine. E quale altro fine abbiamo, se non di giungere al regno che non avrà fine?” [Sant'Agostino, De civitate Dei, 22, 30: PL 41, 804].

Per la riflessione

(CCC 1723) La beatitudine promessa ci pone di fronte alle scelte morali decisive. Essa ci invita a purificare il nostro cuore dai suoi istinti cattivi e a cercare l'amore di Dio al di sopra di tutto. Ci insegna che la vera felicità non si trova né nella ricchezza o nel benessere, né nella gloria umana o nel potere, né in alcuna attività umana, per quanto utile possa essere, come le scienze, le tecniche e le arti, né in alcuna creatura, ma in Dio solo, sorgente di ogni bene e di ogni amore: “La ricchezza è la grande divinità del presente; alla ricchezza la moltitudine, tutta la massa degli uomini, tributa un omaggio istintivo. Per gli uomini il metro della felicità è la fortuna, e la fortuna è il metro dell'onorabilità. […] Tutto ciò deriva dalla convinzione che in forza della ricchezza tutto è possibile. La ricchezza è quindi uno degli idoli del nostro tempo, e un altro idolo è la notorietà. […] La notorietà, il fatto di essere conosciuti e di far parlare di sé nel mondo (ciò che si potrebbe chiamare fama da stampa), ha finito per essere considerata un bene in se stessa, un bene sommo, un oggetto, anch'essa, di vera venerazione” [John Henry Newman, Discourses addressed to Mixed Congregations, 5 (Saintliness the Standard of Christian Principle, Westminster 1966, p. 89-91)]. [CONTINUA]


(Continua la domanda: Che cos'è la beatitudine eterna?)

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