371. Le passioni sono moralmente buone o cattive? (I parte)


371. Le passioni sono moralmente buone o cattive? (I parte)

(Comp 371) Le passioni, in quanto moti della sensibilità, non sono né buone né cattive in se stesse: sono buone quando contribuiscono ad un'azione buona; sono cattive in caso contrario. Esse possono essere assunte nelle virtù o pervertite nei vizi.

“In Sintesi”

(CCC 1773) Nelle passioni, intese come moti della sensibilità, non c'è né bene né male morale. Ma nella misura in cui dipendono o no dalla ragione e dalla volontà, c'è in esse il bene o il male morale.

Approfondimenti e spiegazioni

(CCC 1767) Le passioni, in se stesse, non sono né buone né cattive. Non ricevono qualificazione morale se non nella misura in cui dipendono effettivamente dalla ragione e dalla volontà. Le passioni sono dette volontarie “o perché sono comandate dalla volontà, oppure perché la volontà non vi resiste” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I-II, 24, 1]. E' proprio della perfezione del bene morale o umano che le passioni siano regolate dalla ragione [Ib., I-II, 24, 3].

Per la riflessione

(CCC 1768) Non sono i grandi sentimenti a decidere della moralità o della santità delle persone; essi sono la riserva inesauribile delle immagini e degli affetti nei quali si esprime la vita morale. Le passioni sono moralmente buone quando contribuiscono ad un'azione buona; sono cattive nel caso contrario. La volontà retta ordina al bene e alla beatitudine i moti sensibili che essa assume; la volontà cattiva cede alle passioni disordinate e le inasprisce. Le emozioni e i sentimenti possono essere assunti nelle virtù, o pervertiti nei vizi. [CONTINUA]


(Continua la domanda: Le passioni sono moralmente buone o cattive?)

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