433. Perché la vita morale dei cristiani è indispensabile per l'annunzio del Vangelo?


433. Perché la vita morale dei cristiani è indispensabile per l'annunzio del Vangelo?

(Comp 433) Perché con la loro vita conforme al Signore Gesù i cristiani attirano gli uomini alla fede nel vero Dio, edificano la Chiesa, informano il mondo con lo spirito del Vangelo e affrettano la venuta del Regno di Dio.

“In Sintesi”

(CCC 2047) La vita morale è un culto spirituale. L'agire cristiano trova il proprio nutrimento nella liturgia e nella celebrazione dei sacramenti.

Approfondimenti e spiegazioni

(CCC 2044) La fedeltà dei battezzati è una condizione fondamentale per l'annunzio del Vangelo e per la missione della Chiesa nel mondo. Il messaggio della salvezza, per manifestare davanti agli uomini la sua forza di verità e di irradiamento, deve essere autenticato dalla testimonianza di vita dei cristiani. “La testimonianza della vita cristiana e le opere buone compiute con spirito soprannaturale hanno la forza di attirare gli uomini alla fede e a Dio” [Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam actuositatem, 6]. (CCC 2045) Poiché sono le membra del Corpo di cui Cristo è il Capo [Ef 1,22], i cristiani contribuiscono all’edificazione della Chiesa con la saldezza delle loro convinzioni e dei loro costumi. La Chiesa cresce, si sviluppa e si espande mediante la santità dei suoi fedeli [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 39], finché arriviamo tutti “allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo” (Ef 4,13).

Per la riflessione

(CCC 2046) Con la loro vita secondo Cristo, i cristiani affrettano la venuta del regno di Dio, del “regno di giustizia, di amore e di pace” [Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, Prefazio: Messale Romano]. Non per questo trascurano i loro impegni terreni; fedeli al loro Maestro, ad essi attendono con rettitudine, pazienza e amore. (CCC 2820) Con un discernimento secondo lo Spirito, i cristiani devono distinguere tra la crescita del regno di Dio e il progresso della cultura e della società in cui sono inseriti. Tale distinzione non è una separazione. La vocazione dell'uomo alla vita eterna non annulla ma rende più imperioso il dovere di utilizzare le energie e i mezzi ricevuti dal Creatore per servire in questo mondo la giustizia e la pace [Con. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22; 32; 39; 45; Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 31].

(Prossima domanda: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?» (Mt 19,16)

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