442. Che cosa implica l'affermazione di Dio: «lo sono il Signore Dio tuo» (Es 20,2)? (II parte)


442. Che cosa implica l'affermazione di Dio: «lo sono il Signore Dio tuo» (Es 20,2)? (II parte) (continuazione)

(Comp 442 ripetizione) Implica per il fedele di custodire e attuare le tre virtù teologali e di evitare i peccati che vi si oppongono. La fede crede in Dio e respinge ciò che le è contrario, come ad esempio, il dubbio volontario, l'incredulità, l'eresia, l'apostasia, lo scisma. La speranza attende fiduciosamente la beata visione di Dio e il suo aiuto, evitando la disperazione e la presunzione. La carità ama Dio al di sopra di tutto: vanno dunque respinte l'indifferenza, l'ingratitudine, la tiepidezza, l'accidia o indolenza spirituale, e l'odio di Dio, che nasce dall'orgoglio.

“In Sintesi”

(CCC 2133) “Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze” (Dt 6,5). (CCC 2134) Il primo comandamento chiama l'uomo a credere in Dio, a sperare in lui, ad amarlo al di sopra di tutto.

Approfondimenti e spiegazioni

(CCC 2086) “Nell'esplicita affermazione divina: "Io sono il Signore tuo Dio" è incluso il comandamento della fede, della speranza e della carità. Se noi riconosciamo infatti che egli è Dio, e cioè eterno, immutabile, sempre uguale a se stesso, affermiamo con ciò anche la sua infinita veracità; ne segue quindi l'obbligo di accogliere le sue parole e di aderire ai suoi comandi con pieno riconoscimento della sua autorità. Se egli inoltre è Dio, noi ne riconosciamo l'onnipotenza, la bontà, i benefici; di qui l'illimitata fiducia e la speranza. E se egli è l'infinita bontà e l'infinito amore, come non offrirgli tutta la nostra dedizione e donargli tutto il nostro amore? Ecco perché nella Bibbia Dio inizia e conclude invariabilmente i suoi comandi con la formula: Io sono il Signore" (Catechismo Romano, 3, 2, 4).

Per la riflessione

(CCC 2087) La nostra vita morale trova la sua sorgente nella fede in Dio che ci rivela il suo amore. San Paolo parla dell'obbedienza alla fede (Rm 1,5; 16,26) come dell'obbligo primario. Egli indica nell'“ignoranza di Dio” il principio e la spiegazione di tutte le deviazioni morali [Rm 1,18-32]. Il nostro dovere nei confronti di Dio è di credere in lui e di rendergli testimonianza. [CONTINUA]


(Continua la domanda: Che cosa implica l'affermazione di Dio: «lo sono il Signore Dio tuo» (Es 20,2)?)

Post più popolari