445. Che cosa proibisce Dio quando comanda: «Non avrai altri dèi di fronte a me» (Es 20,2)? (V parte)


445. Che cosa proibisce Dio quando comanda: «Non avrai altri dèi di fronte a me» (Es 20,2)? (V parte) (continuazione)

(Comp 445 ripetizione) Questo Comandamento proibisce: - il politeismo e l'idolatria, che divinizza una creatura, il potere, il denaro, perfino il demonio; - la superstizione, che è una deviazione del culto dovuto al vero Dio e che si esprime anche nelle varie forme di divinazione, magia, stregoneria e spiritismo; - l'irreligione, che si esprime nel tentare Dio con parole o atti; nel sacrilegio, che profana persone o cose sacre soprattutto l'Eucaristia; nella simonia, che è la volontà di acquistare o vendere le realtà spirituali; - l'ateismo, che respinge l'esistenza di Dio, fondandosi spesso su una falsa concezione dell'autonomia umana; - l'agnosticismo, per cui nulla si può sapere su Dio, e che comprende l'indifferentismo e l'ateismo pratico.

“In Sintesi”

(CCC 2140) L'ateismo, in quanto respinge o rifiuta l'esistenza di Dio, è un peccato contro il primo comandamento.

Approfondimenti e spiegazioni

(CCC 2123) “Molti nostri contemporanei […] non percepiscono affatto o esplicitamente rigettano l'intimo e vitale legame con Dio, così che l'ateismo va annoverato fra le cose più gravi del nostro tempo” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 19]. (CCC 2124) Il termine ateismo indica fenomeni molto diversi. Una forma frequente di esso è il materialismo pratico, che racchiude i suoi bisogni e le sue ambizioni entro i confini dello spazio e del tempo. L'umanesimo ateo ritiene falsamente che l'uomo “sia fine a se stesso, unico artefice e demiurgo della propria storia” [Gaudium et spes, 20]. Un'altra forma dell'ateismo contemporaneo si aspetta la liberazione dell'uomo da una liberazione economica e sociale, alla quale “si pretende che la religione sia di ostacolo, per natura sua, in quanto, elevando la speranza dell'uomo verso una vita futura e fallace, la distoglierebbe dall'edificazione della città terrena” [Gaudium et spes, 20].

Per la riflessione

(CCC 2125) Per il fatto che respinge o rifiuta l'esistenza di Dio, l'ateismo è un peccato contro la virtù della religione [Rm 1,18]. L'imputabilità di questa colpa può essere fortemente attenuata dalle intenzioni e dalle circostanze. Alla genesi e alla diffusione dell'ateismo “possono contribuire non poco i credenti, in quanto per aver trascurato di educare la propria fede, o per una presentazione fallace della dottrina, o anche per i difetti della propria vita religiosa, morale e sociale, si deve dire piuttosto che nascondono e non che manifestano il genuino volto di Dio e della religione” [Gaudium et spes, 19]. (CCC 2126) Spesso l'ateismo si fonda su una falsa concezione dell'autonomia umana, spinta fino al rifiuto di ogni dipendenza nei confronti di Dio [Gaudium et spes, 20]. In realtà, “il riconoscimento di Dio non si oppone in alcun modo alla dignità dell'uomo, dato che questa dignità trova proprio in Dio il suo fondamento e la sua perfezione” [Gaudium et spes, 21]. La Chiesa sa “che il suo messaggio è in armonia con le aspirazioni più segrete del cuore umano” [Gaudium et spes, 21]. [CONTINUA]


(Continua la domanda: Che cosa proibisce Dio quando comanda: «Non avrai altri dèi di fronte a me» (Es 20,2)?)

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