521. Quale dovere ha l'uomo verso la verità? (II parte)


521. Quale dovere ha l'uomo verso la verità? (II parte) (continuazione)

(Comp 521 ripetizione) Ogni persona è chiamata alla sincerità e alla veracità nell'agire e nel parlare. Ognuno ha il dovere di cercare la verità e di aderirvi, ordinando tutta la propria vita secondo le esigenze della verità. In Gesù Cristo la verità di Dio si è manifestata interamente: egli è la Verità. Chi segue lui vive nello Spirito di verità, e rifugge la doppiezza, la simulazione e l'ipocrisia.

“In Sintesi”

(CCC 2504) “Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo” (Es 20,16). I discepoli di Cristo hanno rivestito “l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera” (Ef 4,24).

Approfondimenti e spiegazioni

(CCC 2467) L'uomo è naturalmente proteso alla verità. Ha il dovere di rispettarla e di attestarla: “A motivo della loro dignità tutti gli uomini, in quanto sono persone, […] sono spinti dalla loro stessa natura e tenuti per obbligo morale a cercare la verità, in primo luogo quella concernente la religione. E sono pure tenuti ad aderire alla verità conosciuta e ordinare tutta la loro vita secondo le esigenze della verità” [Dignitatis humanae, 2]. (CCC 2468) La verità in quanto rettitudine dell'agire e del parlare umano è detta veracità, sincerità o franchezza. La verità o veracità è la virtù che consiste nel mostrarsi veri nei propri atti e nell'affermare il vero nelle proprie parole, rifuggendo dalla doppiezza, dalla simulazione e dall'ipocrisia.

Per la riflessione

(CCC 2469) “Sarebbe impossibile la convivenza umana se gli uomini non avessero confidenza reciproca, cioè se non si dicessero la verità” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 109, 3, ad 1]. La virtù della verità dà giustamente all'altro quanto gli è dovuto. La veracità rispetta il giusto equilibrio tra ciò che deve essere manifestato e il segreto che deve essere conservato: implica l'onestà e la discrezione. Per giustizia, “un uomo deve onestamente manifestare a un altro la verità” [Summa theologiae, II-II, 109, 3, c]. (CCC 2470) Il discepolo di Cristo accetta di “vivere nella verità”, cioè nella semplicità di una vita conforme all'esempio del Signore e rimanendo nella sua verità. “Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità” (1Gv 1,6). [FINE]


(Prossima domanda: Come si rende testimonianza alla verità?)

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