Matteo 1,18-25

Matteo 1,18-25

(Caritas in Veritate 1b) Ciascuno trova il suo bene aderendo al progetto che Dio ha su di lui, per realizzarlo in pienezza: in tale progetto infatti egli trova la sua verità ed è aderendo a tale verità che egli diventa libero (cfr Gv 8,32). Difendere la verità, proporla con umiltà e convinzione e testimoniarla nella vita sono pertanto forme esigenti e insostituibili di carità. Questa, infatti, «si compiace della verità» (1 Cor 13,6). Tutti gli uomini avvertono l'interiore impulso ad amare in modo autentico: amore e verità non li abbandonano mai completamente, perché sono la vocazione posta da Dio nel cuore e nella mente di ogni uomo.

Dottrina Sociale della Chiesa: profonda unità

(CDS 3b) Tale dottrina ha una sua profonda unità, che sgorga dalla Fede in una salvezza integrale, dalla Speranza in una giustizia piena, dalla Carità che rende tutti gli uomini veramente fratelli in Cristo: è un'espressione dell'amore di Dio per il mondo, che Egli ha tanto amato «da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16). La legge nuova dell'amore abbraccia l'intera umanità e non conosce limiti, poiché l'annuncio della salvezza in Cristo si estende «fino agli estremi confini della terra» (At 1,8).

(Mt 1, 18-25) La famiglia come prima società naturale

[18] Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. [19] Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. [20] Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. [21] Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". [22] Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: [23] Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. [24] Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, [25] la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.

(CDS 211) Illuminata dalla luce del messaggio biblico, la Chiesa considera la famiglia come la prima società naturale, titolare di diritti propri e originari, e la pone al centro della vita sociale: relegare la famiglia «ad un ruolo subalterno e secondario, escludendola dalla posizione che le spetta nella società, significa recare un grave danno all'autentica crescita dell'intero corpo sociale» [462]. Infatti, la famiglia, che nasce dall'intima comunione di vita e d'amore coniugale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna [463], possiede una sua specifica e originaria dimensione sociale, in quanto luogo primario di relazioni interpersonali, prima e vitale cellula della società [464]: essa è un'istituzione divina che sta a fondamento della vita delle persone, come prototipo di ogni ordinamento sociale.

Note: [462] Giovanni Paolo II, Lett. alle famiglie Gratissimam sane, 17: AAS 86 (1994) 906. [463] Cfr. Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 48: AAS 58 (1966) 1067-1069. [464] Cfr. Id., Apostolicam actuositatem, 11: AAS 58 (1966) 848.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009

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