Matteo 3,1-17

Matteo 3,1-17

(Caritas in Veritate 2c) La verità va cercata, trovata ed espressa nell'«economia» della carità, ma la carità a sua volta va compresa, avvalorata e praticata nella luce della verità. In questo modo non avremo solo reso un servizio alla carità, illuminata dalla verità, ma avremo anche contribuito ad accreditare la verità, mostrandone il potere di autenticazione e di persuasione nel concreto del vivere sociale. Cosa, questa, di non poco conto oggi, in un contesto sociale e culturale che relativizza la verità, diventando spesso di essa incurante e ad essa restio.

Dottrina Sociale della Chiesa e nuova evangelizzazione

(CDS 7b) In questa prospettiva è stata ritenuta assai utile la pubblicazione di un documento che illustrasse le linee fondamentali della dottrina sociale della Chiesa e la relazione esistente tra questa dottrina e la nuova evangelizzazione [6]. Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che lo ha elaborato e ne porta la piena responsabilità, si è avvalso per quest'opera di un'ampia consultazione, coinvolgendo i suoi Membri e Consultori, alcuni Dicasteri della Curia Romana, Conferenze Episcopali di vari Paesi, singoli Vescovi ed esperti nelle questioni trattate.

Note: [6] Cfr. Giovanni Paolo II, Ecclesia in America, 54: AAS 91 (1999) 790.

(Mt 3, 1-17) Aprirsi verso la Trascendenza e gli altri

[1] In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, [2] dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!". [3] Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! [4] Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. [5] Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; [6] e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano. [7] Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? [8] Fate dunque frutti degni di conversione, [9] e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. [10] Gia la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. [11] Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. [12] Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile". [13] In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. [14] Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: "Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?". [15] Ma Gesù gli disse: "Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia". Allora Giovanni acconsentì. [16] Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. [17] Ed ecco una voce dal cielo che disse: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto".

(CDS 384) La persona umana è fondamento e fine della convivenza politica [775]. Dotata di razionalità, essa è responsabile delle proprie scelte e capace di perseguire progetti che danno senso alla sua vita, a livello individuale e sociale. L'apertura verso la Trascendenza e verso gli altri è il tratto che la caratterizza e contraddistingue: soltanto in rapporto con la Trascendenza e con gli altri, la persona umana raggiunge la piena e completa realizzazione di sé. Questo significa che per l'uomo, creatura naturalmente sociale e politica, «la vita sociale non è qualcosa di accessorio» [776], bensì un'essenziale ed ineliminabile dimensione. La comunità politica scaturisce dalla natura delle persone, la cui coscienza «rivela e ordina perentoriamente di seguire» [777] l'ordine scolpito da Dio in tutte le Sue creature: «un ordine etico-religioso, il quale incide più di ogni altro valore materiale sugli indirizzi e le soluzioni da dare ai problemi della vita individuale ed associata nell'interno delle comunità nazionali e nei rapporti tra esse» [778]. Tale ordine deve essere gradualmente scoperto e sviluppato dall'umanità. La comunità politica, realtà connaturale agli uomini, esiste per ottenere un fine altrimenti irraggiungibile: la crescita più piena di ciascuno dei suoi membri, chiamati a collaborare stabilmente per realizzare il bene comune [779], sotto la spinta della loro tensione naturale verso il vero e verso il bene.

Note: [775] Cfr. Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 25: AAS 58 (1966) 1045-1046; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1881; Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota Dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica (24 novembre 2002), 3, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2002, p. 8. [776] Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 25: AAS 58 (1966) 1045. [777] (Giovanni XXIII, Pacem in terris: AAS 55 (1963) 258), [778] Giovanni XXIII, Mater et magistra: AAS 53 (1961) 450. [779] Cfr. Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 74: AAS 58 (1966) 1095-1097.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009

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