Matteo 4,12-25

Matteo 4,12-25

(Caritas in Veritate 4a) Perché piena di verità, la carità può essere dall'uomo compresa nella sua ricchezza di valori, condivisa e comunicata. La verità, infatti, è “lógos” che crea “diá-logos” e quindi comunicazione e comunione. La verità, facendo uscire gli uomini dalle opinioni e dalle sensazioni soggettive, consente loro di portarsi al di là delle determinazioni culturali e storiche e di incontrarsi nella valutazione del valore e della sostanza delle cose. La verità apre e unisce le intelligenze nel lógos dell'amore: è, questo, l'annuncio e la testimonianza cristiana della carità.

Dottrina Sociale: “corpus” dottrinale sociale cattolico

(CDS 9a) Il documento offre un quadro complessivo delle linee fondamentali del «corpus» dottrinale dell'insegnamento sociale cattolico. Tale quadro consente di affrontare adeguatamente le questioni sociali del nostro tempo, che richiedono di essere prese in considerazione con una visione d'insieme, perché si caratterizzano come questioni sempre più interconnesse, che si condizionano a vicenda e che riguardano sempre di più tutta la famiglia umana.

(Mt 4, 12-25) Prima e sopra tutto sta il progetto di Dio

[12] Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea [13] e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, [14] perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: [15] Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; [16] il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata. [17] Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino". [18] Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. [19] E disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". [20] Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. [21] Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. [22] Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. [23] Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. [24] La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva. [25] E grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

(CDS 74) La dottrina sociale trova il suo fondamento essenziale nella Rivelazione biblica e nella Tradizione della Chiesa. A questa sorgente, che viene dall'alto, essa attinge l'ispirazione e la luce per comprendere, giudicare e orientare l'esperienza umana e la storia. Prima e al di sopra di tutto sta il progetto di Dio sul creato e, in particolare, sulla vita e sul destino dell'uomo chiamato alla comunione trinitaria. La fede, che accoglie la parola divina e la mette in pratica, interagisce efficacemente con la ragione. L'intelligenza della fede, in particolare della fede orientata alla prassi, è strutturata dalla ragione e si avvale di tutti i contributi che questa le offre. Anche la dottrina sociale, in quanto sapere applicato alla contingenza e alla storicità della prassi, coniuga insieme «fides et ratio» [105] ed è espressione eloquente del loro fecondo rapporto.

Note: [105] Cfr. Giovanni Paolo II, Fides et ratio: AAS 91 (1999) 5-88.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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