Matteo 6,32

Matteo 6,32

(Caritas in Veritate 9b) La Chiesa non ha soluzioni tecniche da offrire [10] e non pretende «minimamente d'intromettersi nella politica degli Stati» [11]. Ha però una missione di verità da compiere, in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura dell'uomo, della sua dignità, della sua vocazione. Senza verità si cade in una visione empiristica e scettica della vita, incapace di elevarsi sulla prassi, perché non interessata a cogliere i valori — talora nemmeno i significati — con cui giudicarla e orientarla.

Note: [10] Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 36; Paolo VI, Octogesima adveniens, (14 maggio 1971), 4: AAS 63 (1971), 403-404; Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 43: AAS 83 (1991), 847. [11] Paolo VI, Populorum progressio, 13: l.c., 263-264.

Dottrina Sociale: parola che libera

(CDS 63b) Vangelo che riecheggia mediante la Chiesa nell'oggi dell'uomo [81], la dottrina sociale è parola che libera. Questo significa che ha l'efficacia di verità e di grazia dello Spirito di Dio, che penetra i cuori, disponendoli a coltivare pensieri e progetti di amore, di giustizia, di libertà e di pace. Evangelizzare il sociale è allora infondere nel cuore degli uomini la carica di senso e di liberazione del Vangelo, così da promuovere una società a misura dell'uomo perché a misura di Cristo: è costruire una città dell'uomo più umana, perché più conforme al Regno di Dio.

Note: [81] Cfr. Giovanni Paolo II, Omelia della messa di Pentecoste nel I centenario della «Rerum novarum» (19 maggio 1991): AAS 84 (1992) 282.


(Mt 6, 32) Non idolatrare incautamente i propri beni

[32] Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.

(CDS 181) Dalla proprietà deriva al soggetto possessore, sia esso il singolo oppure una comunità, una serie di obiettivi vantaggi: condizioni di vita migliori, sicurezza per il futuro, più ampie opportunità di scelta. Dalla proprietà, d'altro canto, può provenire anche una serie di promesse illusorie e tentatrici. L'uomo o la società che giungono al punto di assolutizzarne il ruolo finiscono per fare l'esperienza della più radicale schiavitù. Nessun possesso, infatti, può essere considerato indifferente per l'influsso che ha tanto sui singoli, quanto sulle istituzioni: il possessore che incautamente idolatra i suoi beni (cfr. Mt 6,24; 19,21-26; Lc 16,13) ne viene più che mai posseduto e asservito [383]. Solo riconoscendone la dipendenza da Dio Creatore e finalizzandoli conseguentemente al bene comune, è possibile conferire ai beni materiali la funzione di strumenti utili alla crescita degli uomini e dei popoli.

Note: [383] Cfr. Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 27-34. 37: AAS 80 (1988) 547-560. 563-564; Id., Centesimus annus, 41: AAS 83 (1991) 843-845.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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