Matteo 10, 40-42

Matteo 10, 40-42

(Caritas in Veritate 15c) L'Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, per parte sua, ha un rapporto molto intenso con lo sviluppo, in quanto «l'evangelizzazione — scriveva Paolo VI — non sarebbe completa se non tenesse conto del reciproco appello, che si fanno continuamente il Vangelo e la vita concreta, personale e sociale, dell'uomo» [30]. «Tra evangelizzazione e promozione umana — sviluppo, liberazione — ci sono infatti dei legami profondi» [31]: partendo da questa consapevolezza, Paolo VI poneva in modo chiaro il rapporto tra l'annuncio di Cristo e la promozione della persona nella società.

Note: [30] N. 29: AAS 68 (1976), 25. [31] Ibid., 31: l.c., 26.

Dottrina sociale: Rivelazione biblica e Tradizione della Chiesa

(CDS 74) La dottrina sociale trova il suo fondamento essenziale nella Rivelazione biblica e nella Tradizione della Chiesa. A questa sorgente, che viene dall'alto, essa attinge l'ispirazione e la luce per comprendere, giudicare e orientare l'esperienza umana e la storia. Prima e al di sopra di tutto sta il progetto di Dio sul creato e, in particolare, sulla vita e sul destino dell'uomo chiamato alla comunione trinitaria. La fede, che accoglie la parola divina e la mette in pratica, interagisce efficacemente con la ragione. L'intelligenza della fede, in particolare della fede orientata alla prassi, è strutturata dalla ragione e si avvale di tutti i contributi che questa le offre. Anche la dottrina sociale, in quanto sapere applicato alla contingenza e alla storicità della prassi, coniuga insieme «fides et ratio» [105] ed è espressione eloquente del loro fecondo rapporto.

Note: [105] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Fides et ratio: AAS 91 (1999) 5-88.


(Mt 10, 40-42) Solidarietà vera e propria virtù morale

[40] Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. [41] Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. [42] E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa".

(CDS 193) Le nuove relazioni di interdipendenza tra uomini e popoli, che sono, di fatto, forme di solidarietà, devono trasformarsi in relazioni tese ad una vera e propria solidarietà etico-sociale, che è l'esigenza morale insita in tutte le relazioni umane. La solidarietà si presenta, dunque, sotto due aspetti complementari: quello di principio sociale [415] e quello di virtù morale [416]. La solidarietà deve essere colta, innanzi tutto, nel suo valore di principio sociale ordinatore delle istituzioni, in base al quale le «strutture di peccato» [417], che dominano i rapporti tra le persone e i popoli, devono essere superate e trasformate in strutture di solidarietà, mediante la creazione o l'opportuna modifica di leggi, regole del mercato, ordinamenti. La solidarietà è anche una vera e propria virtù morale, non un «sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario, è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti» [418]. La solidarietà assurge al rango di virtù sociale fondamentale poiché si colloca nella dimensione della giustizia, virtù orientata per eccellenza al bene comune, e nell'«impegno per il bene del prossimo con la disponibilità, in senso evangelico, a “perdersi” a favore dell'altro invece di sfruttarlo, e a “servirlo” invece di opprimerlo per il proprio tornaconto (cf. Mt 10,40-42; 20,25; Mc 10,42-45; Lc 22,25-27)» [419].

Note: [415] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1939-1941. [416] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1942. [417] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 36.37: AAS 80 (1988) 561-564; cfr. Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 16: AAS 77 (1985) 213-217. [418] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 38: AAS 80 (1988) 565-566. [419] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 38: AAS 80 (1988) 566. Cfr. inoltre: Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens, 8: AAS 73 (1981) 594-598; Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 57: AAS 83 (1991) 862-863.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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