Matteo 12,33-37

Matteo 12,33-37

(Caritas in Veritate 18c) Ammaestrata dal suo Signore, la Chiesa scruta i segni dei tempi e li interpreta ed offre al mondo «ciò che possiede in proprio: una visione globale dell'uomo e dell'umanità» [46]. Proprio perché Dio pronuncia il più grande «sì» all'uomo [47], l'uomo non può fare a meno di aprirsi alla vocazione divina per realizzare il proprio sviluppo. La verità dello sviluppo consiste nella sua integralità: se non è di tutto l'uomo e di ogni uomo, lo sviluppo non è vero sviluppo. Questo è il messaggio centrale della Populorum progressio, valido oggi e sempre.

Note: [46] Paolo VI, Populorum progressio, 13: l.c., 263-264. [47] Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al IV Convegno Ecclesiale Nazionale delle Chiesa che è in Italia (19 ottobre 2006): Insegnamenti II, 2 (2006), 465-477.

Dottrina sociale: la Chiesa la elabora, diffonde, insegna

(CDS 79a) La dottrina sociale è della Chiesa perché la Chiesa è il soggetto che la elabora, la diffonde e la insegna. Essa non è prerogativa di una componente del corpo ecclesiale, ma della comunità intera: è espressione del modo in cui la Chiesa comprende la società e si pone nei confronti delle sue strutture e dei suoi mutamenti. Tutta la comunità ecclesiale — sacerdoti, religiosi e laici — concorre a costituire la dottrina sociale, secondo la diversità di compiti, carismi e ministeri al suo interno.


(Mt 12, 33-37) L’uomo non è padrone della verità e delle norme etiche

[33] Se prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono; se prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l'albero. [34] Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore. [35] L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive. [36] Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; [37] poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato".

(CDS 138) Nell' esercizio della libertà, l'uomo compie atti moralmente buoni, costruttivi della sua persona e della società, quando obbedisce alla verità, ossia quando non pretende di essere creatore e padrone assoluto di quest'ultima e delle norme etiche [261]. La libertà, infatti, «non ha il suo punto di partenza assoluto e incondizionato in se stessa, ma nell'esistenza dentro cui si trova e che rappresenta per essa, nello stesso tempo, un limite e una possibilità. È la libertà di una creatura, ossia una libertà donata, da accogliere come un germe e da far maturare con responsabilità» [262]. In caso contrario, muore come libertà, distrugge l'uomo e la società [263].

Note: [261] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1749-1756. [262] Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 86: AAS 85 (1993) 1201. [263] Ibid., 44. 99: AAS 85 (1993) 1168-1169. 1210-1211.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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