Matteo 12,43-50

Matteo 12,43-50

(Caritas in Veritate 19a) Infine, la visione dello sviluppo come vocazione comporta la centralità in esso della carità. Paolo VI nell'Enciclica Populorum progressio osservava che le cause del sottosviluppo non sono primariamente di ordine materiale. Egli ci invitava a ricercarle in altre dimensioni dell'uomo. Nella volontà, prima di tutto, che spesso disattende i doveri della solidarietà. Nel pensiero, in secondo luogo, che non sempre sa orientare convenientemente il volere.

Dottrina sociale: Magistero universale e particolare

(CDS 80a) Nella dottrina sociale della Chiesa è in atto il Magistero in tutte le sue componenti ed espressioni. Primario è il Magistero universale del Papa e del Concilio: è questo Magistero a determinare l'indirizzo e a segnare lo sviluppo della dottrina sociale. Esso, a sua volta, è integrato da quello episcopale, che ne specifica, traduce e attualizza l'insegnamento nella concretezza e peculiarità delle molteplici e diverse situazioni locali [114]. L'insegnamento sociale dei Vescovi offre validi contributi e stimoli al magistero del Romano Pontefice. Si attua in questo modo una circolarità, che esprime di fatto la collegialità dei Pastori uniti al Papa nell'insegnamento sociale della Chiesa. Il complesso dottrinale che ne risulta comprende ed integra l'insegnamento universale dei Papi e quello particolare dei Vescovi.

Note: [114] Cfr. Paolo VI, Octogesima adveniens, 3-5: AAS 63 (1971) 402- 405.


(Mt 12, 43-50) Bisogno di radicale rinnovamento personale e sociale

[43] Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova. [44] Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito. E tornato la trova vuota, spazzata e adorna. [45] Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione perversa". [46] Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. [47] Qualcuno gli disse: "Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti". [48] Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?". [49] Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: "Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; [50] perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre".

(CDS 577) La fede in Dio e in Gesù Cristo illumina i principi morali che sono «l'unico e insostituibile fondamento di quella stabilità e tranquillità, di quell'ordine interno ed esterno, privato e pubblico, che solo può generare e salvaguardare la prosperità degli Stati» [1210]. La vita sociale va ancorata al disegno divino: «La dimensione teologica risulta necessaria sia per interpretare che per risolvere gli attuali problemi della convivenza umana» [1211]. Di fronte alle gravi forme di sfruttamento e di ingiustizia sociale «si fa sempre più diffuso e acuto il bisogno di un radicale rinnovamento personale e sociale capace di assicurare giustizia, solidarietà, onestà, trasparenza. Certamente lunga e faticosa è la strada da percorrere; numerosi e ingenti sono gli sforzi da compiere perché si possa attuare un simile rinnovamento, anche per la molteplicità e la gravità delle cause che generano e alimentano le situazioni di ingiustizia oggi presenti nel mondo. Ma, come la storia e l'esperienza di ciascuno insegnano, non è difficile ritrovare alla base di queste situazioni cause propriamente “culturali”, collegate cioè con determinate visioni dell'uomo, della società e del mondo. In realtà, al cuore della questione culturale sta il senso morale, che a sua volta si fonda e si compie nel senso religioso» [1212]. Anche per quanto riguarda la «questione sociale», non si può accettare «la prospettiva ingenua che, di fronte alle grandi sfide del nostro tempo, possa esserci una formula magica. No, non una formula ci salverà, ma una Persona, e la certezza che essa ci infonde: Io sono con voi! Non si tratta, allora, di inventare un “nuovo programma”. Il programma c'è già: è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione. Esso si incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in Lui la vita trinitaria, e trasformare con Lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste» [1213].

Note: [1210] Pio XII, Summi Pontificatus: AAS 31 (1939) 425. [1211] Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 55: AAS 83 (1991) 860-861. [1212] Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 98: AAS 85 (1993) 1210; cfr. Id., Centesimus annus, 24: AAS 83 (1991) 821-822. [1213] Giovanni Paolo II, Novo millennio ineunte, 29: AAS 93 (2001) 285.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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