Matteo 12,9-14

Matteo 12,9-14

(Caritas in Veritate 17b) Questa libertà riguarda lo sviluppo che abbiamo davanti a noi ma, contemporaneamente, riguarda anche le situazioni di sottosviluppo, che non sono frutto del caso o di una necessità storica, ma dipendono dalla responsabilità umana. È per questo che «i popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell'opulenza» [40]. Anche questo è vocazione, un appello rivolto da uomini liberi a uomini liberi per una comune assunzione di responsabilità. Fu viva in Paolo VI la percezione dell'importanza delle strutture economiche e delle istituzioni, ma altrettanto chiara fu in lui la percezione della loro natura di strumenti della libertà umana. Solo se libero, lo sviluppo può essere integralmente umano; solo in un regime di libertà responsabile esso può crescere in maniera adeguata.

Note: [40] Populorum progressio, 3: l.c., 258.

Dottrina sociale: significativi contributi di scienze umane e sociali

(CDS 78a) Un significativo contributo alla dottrina sociale della Chiesa proviene anche dalle scienze umane e sociali: nessun sapere è escluso, per la parte di verità di cui è portatore [109].

Note: [109] È significativa, a questo riguardo, l'istituzione della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali; nel Motu proprio di erezione si legge: «Le indagini delle scienze sociali possono efficacemente contribuire al miglioramento dei rapporti umani, come dimostrano i progressi realizzati nei diversi settori della convivenza, soprattutto nel corso del secolo che volge ormai al suo termine. Per questo motivo la Chiesa, sempre sollecita del vero bene dell'uomo, si è volta con crescente interesse a questo campo della ricerca scientifica, per trarne indicazioni concrete nell'adempimento dei suoi compiti magisteriali»: Giovanni Paolo II, Motu proprio Socialium Scientiarum (1º gennaio 1994): AAS 86 (1994) 209.


(Mt 12, 9-14) Liberare dal male, praticare fraternità e condivisione

[9] Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga. [10] Ed ecco, c'era un uomo che aveva una mano inaridita, ed essi chiesero a Gesù: "È permesso curare di sabato?". Dicevano ciò per accusarlo. [11] Ed egli disse loro: "Chi tra voi, avendo una pecora, se questa gli cade di sabato in una fossa, non l'afferra e la tira fuori? [12] Ora, quanto è più prezioso un uomo di una pecora! Perciò è permesso fare del bene anche di sabato". [13] E rivolto all'uomo, gli disse: "Stendi la mano". Egli la stese, e quella ritornò sana come l'altra. [14] I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.

(CDS 261) Durante il Suo ministero terreno, Gesù lavora instancabilmente, compiendo opere potenti per liberare l'uomo dalla malattia, dalla sofferenza e dalla morte. Il sabato, che l'Antico Testamento aveva proposto come giorno di liberazione e che, osservato solo formalmente, veniva svuotato del suo autentico significato, è riaffermato da Gesù nel suo originario valore: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!» (Mc 2,27). Con le guarigioni, compiute in questo giorno di riposo (cfr. Mt 12,9-14; Mc 3,1-6; Lc 6,6-11; 13,10-17; 14,1-6), Egli vuole dimostrare che il sabato è Suo, perché Egli è veramente il Figlio di Dio, e che è il giorno in cui ci si deve dedicare a Dio e agli altri. Liberare dal male, praticare fraternità e condivisione è conferire al lavoro il suo significato più nobile, quello che permette all'umanità di incamminarsi verso il Sabato eterno, nel quale il riposo diventa la festa cui l'uomo interiormente aspira. Proprio in quanto orienta l'umanità a fare esperienza del sabato di Dio e della Sua vita conviviale, il lavoro inaugura sulla terra la nuova creazione.


Sigle e Abbreviazioni
: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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