Matteo 18,1-14

Matteo 18,1-14

(Caritas in Veritate 25e) Rispetto a quanto accadeva nella società industriale del passato, oggi la disoccupazione provoca aspetti nuovi di irrilevanza economica e l'attuale crisi può solo peggiorare tale situazione. L'estromissione dal lavoro per lungo tempo, oppure la dipendenza prolungata dall'assistenza pubblica o privata, minano la libertà e la creatività della persona e i suoi rapporti familiari e sociali con forti sofferenze sul piano psicologico e spirituale. Desidererei ricordare a tutti, soprattutto ai governanti impegnati a dare un profilo rinnovato agli assetti economici e sociali del mondo, che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l'uomo, la persona, nella sua integrità: “L'uomo infatti è l'autore, il centro e il fine di tutta la vita economico-sociale” [61].

Note: [61] Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 63.

Dottrina sociale: condizione dei lavoratori salariati

(CDS 89a) In risposta alla prima grande questione sociale, Leone XIII promulga la prima enciclica sociale, la «Rerum novarum» [143]. Essa prende in esame la condizione dei lavoratori salariati, particolarmente penosa per gli operai delle industrie, afflitti da un'indegna miseria. La questione operaia viene trattata secondo la sua reale ampiezza: essa è esplorata in tutte le sue articolazioni sociali e politiche, per essere adeguatamente valutata alla luce dei principi dottrinali fondati sulla Rivelazione, sulla legge e sulla morale naturale.

Note: [143] Cfr. Leone XIII, Rerum novarum: Acta Leonis XIII, 11 (1892) 97-144.


(Mt 18, 1-14) La piaga del lavoro e sfruttamento minorile

[1] In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". [2] Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: [3] "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. [4] Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. [5] E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. [6] Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. [7] Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! [8] Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno. [9] E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nella Geenna del fuoco. [10] Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. [11] È venuto infatti il Figlio dell'uomo a salvare ciò che era perduto]. [12] Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? [13] Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. [14] Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli.

(CDS 296) Il lavoro minorile, nelle sue forme intollerabili, costituisce un tipo di violenza meno appariscente di altri, ma non per questo meno terribile [639]. Una violenza che, al di là di tutte le implicazioni politiche, economiche e giuridiche, resta essenzialmente un problema morale. Questo l'ammonimento di Leone XIII: «Quanto ai fanciulli si badi a non ammetterli nelle officine prima che l'età ne abbia sufficientemente sviluppate le forze fisiche, intellettuali e morali. Le forze, che nella puerizia sbocciano simili all'erba in fiore, un movimento precoce le sciupa, e allora si rende impossibile la stessa educazione dei fanciulli» [640]. La piaga del lavoro minorile, ad oltre cento anni di distanza, non è stata ancora debellata. Pur nella consapevolezza che, almeno per ora, in certi Paesi il contributo portato dal lavoro dei bambini al bilancio familiare e alle economie nazionali è irrinunciabile e che, comunque, alcune forme di lavoro, svolte a tempo parziale, possono essere fruttuose per i bambini stessi, la dottrina sociale denuncia l'aumento dello «sfruttamento lavorativo dei minori in condizioni di vera schiavitù» [641]. Tale sfruttamento costituisce una grave violazione della dignità umana di cui ogni individuo, «per piccolo o apparentemente insignificante che sia in termini di utilità» [642], è portatore.

Note: [639] Cfr. Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1996, 5: AAS 88 (1996) 106-107. [640] Leone XIII, Rerum novarum: Acta Leonis XIII, 11 (1892) 129. [641] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1998, 6: AAS 90 (1998) 153. [642] Giovanni Paolo II, Messaggio al Segretario Generale delle Nazioni Unite in occasione del Vertice mondiale per i Bambini (22 settembre 1990): AAS 83 (1991) 360.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

Post più popolari