Matteo 18,21-35

Matteo 18,21-35

(Caritas in Veritate 26b) Si nota, in primo luogo, un eclettismo culturale assunto spesso acriticamente: le culture vengono semplicemente accostate e considerate come sostanzialmente equivalenti e tra loro interscambiabili. Ciò favorisce il cedimento ad un relativismo che non aiuta il vero dialogo interculturale; sul piano sociale il relativismo culturale fa sì che i gruppi culturali si accostino o convivano ma separati, senza dialogo autentico e, quindi, senza vera integrazione. In secondo luogo, esiste il pericolo opposto, che è costituito dall'appiattimento culturale e dall'omologazione dei comportamenti e degli stili di vita.

«Rerum novarum»: instaurare un ordine sociale giusto

(CDS 89c) La «Rerum novarum» è diventata il documento ispirativo e di riferimento dell'attività cristiana in campo sociale [145]. Il tema centrale dell'Enciclica è quello dell'instaurazione di un ordine sociale giusto, in vista del quale è doveroso individuare dei criteri di giudizio che aiutino a valutare gli ordinamenti socio-politici esistenti e a prospettare linee d'azione per una loro opportuna trasformazione.

Note: [145] Cfr. Pio XI, Quadragesimo anno: AAS 23 (1931) 189; Pio XII, Radiomessaggio per il 50º anniversario della «Rerum novarum»: AAS 33 (1941) 198.


(Mt 18, 21-35) Riconciliarsi nella giustizia e nella verità

[21] Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?". [22] E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. [23] A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. [24] Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. [25] Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. [26] Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. [27] Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. [28] Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! [29] Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. [30] Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. [31] Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. [32] Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. [33] Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? [34] E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. [35] Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello".

(CDS 518) Il perdono reciproco non deve annullare le esigenze della giustizia né, tanto meno, precludere il cammino che porta alla verità: giustizia e verità rappresentano, invece, i requisiti concreti della riconciliazione. Risultano opportune le iniziative tendenti ad istituire Organismi giudiziari internazionali. Simili Organismi, avvalendosi del principio della giurisdizione universale e sorretti da procedure adeguate, rispettose dei diritti degli imputati e delle vittime, possono accertare la verità sui crimini perpetrati durante i conflitti armati [1095]. È necessario, tuttavia, andare oltre la determinazione dei comportamenti delittuosi, sia attivi che omissivi, e oltre le decisioni in merito alle procedure di riparazione, per giungere al ristabilimento di relazioni di reciproca accoglienza tra i popoli divisi, nel segno della riconciliazione [1096]. È necessario, inoltre, promuovere il rispetto del diritto alla pace: tale diritto «favorisce la costruzione di una società all'interno della quale ai rapporti di forza subentrano rapporti di collaborazione, in vista del bene comune» [1097].

Note: [1095] Cfr. Pio XII, Discorso al VI Congresso internazionale di diritto penale (3 ottobre 1953): AAS 65 (1953) 730-744; Giovanni Paolo II, Discorso al Corpo Diplomatico (13 gennaio 1997), 4: AAS 89 (1997) 474-475; Id. Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1999, 7: AAS 91 (1999) 382. [1096] Cfr. Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1997, 3.4.6: AAS 89 (1997) 193. 196-197. [1097] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1999, 11: AAS 91 (1999) 385.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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