Matteo 19,1-3

Matteo 19,1-3

(Caritas in Veritate 26c) In questo modo viene perduto il significato profondo della cultura delle varie Nazioni, delle tradizioni dei vari popoli, entro le quali la persona si misura con le domande fondamentali dell'esistenza [62]. Eclettismo e appiattimento culturale convergono nella separazione della cultura dalla natura umana. Così, le culture non sanno più trovare la loro misura in una natura che le trascende [63], finendo per ridurre l'uomo a solo dato culturale. Quando questo avviene, l'umanità corre nuovi pericoli di asservimento e di manipolazione.

Note: [62] Cfr Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 24: l.c., 821-822. [63] Cfr Id., Veritatis Splendor (6 agosto 1993), 33.46.51: AAS 85 (1993), 1160.1169-1171.1174-1175; Id., Discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la celebrazione del 50° di fondazione (5 ottobre 1995), 3: Insegnamenti XVIII, 2 (1995), 732-733.

«Rerum novarum» e questione operaia: paradigma permanente

(CDS 90a) La «Rerum novarum» ha affrontato la questione operaia con un metodo che diventerà «un paradigma permanente» [146] per gli sviluppi successivi della dottrina sociale. I principi affermati da Leone XIII saranno ripresi e approfonditi dalle encicliche sociali successive. Tutta la dottrina sociale potrebbe essere intesa come un'attualizzazione, un approfondimento ed un'espansione del nucleo originario di principi esposti nella «Rerum novarum».

Note: [146] Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 5: AAS 83 (1991) 799.


(Mt 19, 1-3) Famiglia come comunione

[1] Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. [2] E lo seguì molta folla e colà egli guarì i malati. [3] Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?".

(CDS 213) La famiglia, comunità naturale in cui si esperimenta la socialità umana, contribuisce in modo unico e insostituibile al bene della società. La comunità familiare, infatti, nasce dalla comunione delle persone: «La “comunione” riguarda la relazione personale tra l'“io” e il “tu”. La “comunità” invece supera questo schema nella direzione di una “società”, di un “noi”. La famiglia, comunità di persone, è pertanto la prima “società” umana» [468]. Una società a misura di famiglia è la migliore garanzia contro ogni deriva di tipo individualista o collettivista, perché in essa la persona è sempre al centro dell'attenzione in quanto fine e mai come mezzo. È del tutto evidente che il bene delle persone e il buon funzionamento della società sono strettamente connessi «con una felice collocazione della comunità coniugale e familiare» [469]. Senza famiglie forti nella comunione e stabili nell'impegno, i popoli si indeboliscono. Nella famiglia vengono inculcati fin dai primi anni di vita i valori morali, si trasmette il patrimonio spirituale della comunità religiosa e quello culturale della Nazione. In essa si fa l'apprendistato delle responsabilità sociali e della solidarietà [470].

Note: [468] Giovanni Paolo II, Lett. alle famiglie Gratissimam sane, 7: AAS 86 (1994) 875; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2206. [469] Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 47: AAS 58 (1966) 1067; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2210. [470] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2224.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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