Matteo 19,4

Matteo 19,4

(Caritas in Veritate 27a) In molti Paesi poveri permane e rischia di accentuarsi l'estrema insicurezza di vita, che è conseguenza della carenza di alimentazione: la fame miete ancora moltissime vittime tra i tanti Lazzaro ai quali non è consentito, come aveva auspicato Paolo VI, di sedersi alla mensa del ricco epulone [64]. Dare da mangiare agli affamati (cfr Mt 25, 35.37.42) è un imperativo etico per la Chiesa universale, che risponde agli insegnamenti di solidarietà e di condivisione del suo Fondatore, il Signore Gesù. Inoltre, eliminare la fame nel mondo è divenuto, nell'era della globalizzazione, anche un traguardo da perseguire per salvaguardare la pace e la stabilità del pianeta. La fame non dipende tanto da scarsità materiale, quanto piuttosto da scarsità di risorse sociali, la più importante delle quali è di natura istituzionale.

Note: [64] Cfr Populorum progressio, 47: l.c., 280-281; Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 42: l.c., 572-574.

«Rerum novarum»: testo coraggioso e lungimirante

(CDS 90b) Con questo testo, coraggioso e lungimirante, Leone XIII «conferì alla Chiesa quasi uno “statuto di cittadinanza” nelle mutevoli realtà della vita pubblica» [147] e «scrisse una parola decisiva» [148], che divenne «un elemento permanente della dottrina sociale della Chiesa» [149], affermando che i gravi problemi sociali «potevano essere risolti soltanto mediante la collaborazione tra tutte le forze» [150] e aggiungendo anche: «Quanto alla Chiesa, essa non lascerà mai mancare in nessun modo l'opera sua» [151].

Note: [147] Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 5: AAS 83 (1991) 799. [148] Ibid., 56: AAS 83 (1991) 862. [149] Ibid., 60: AAS 83 (1991) 865. [150] Ibid. [151] Leone XIII, Rerum novarum: Acta Leonis XIII, 11 (1892) 143. Cfr. Centesimus annus, 56: AAS 83 (1991) 862.


(Mt 19, 4) Signore garante dell'amore e fedeltà coniugale

[4] Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina.

(CDS 210) Nella famiglia si impara a conoscere l'amore e la fedeltà del Signore e la necessità di corrispondervi (cfr. Es 12,25-27; 13,8.14-15; Dt 6,20-25; 13,7-11; 1 Sam 3,13); i figli apprendono le prime e più decisive lezioni della sapienza pratica a cui sono collegate le virtù (cfr. Pr 1,8-9; 4,1-4; 6,20-21; Sir 3,1-16; 7,27-28). Per tutto questo, il Signore si fa garante dell'amore e della fedeltà coniugale (cfr. Ml 2,14-15). Gesù nacque e visse in una famiglia concreta accogliendone tutte le caratteristiche proprie [461] e conferì eccelsa dignità all'istituto matrimoniale, costituendolo come sacramento della nuova alleanza (cfr. Mt 19,3-9). In tale prospettiva, la coppia trova tutta la sua dignità e la famiglia la saldezza sua propria.

Note: [461] La Santa Famiglia è un modello di vita familiare: «Nazareth ci ricordi cos'è la famiglia, cos'è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com'è dolce ed insostituibile l'educazione in famiglia; ci insegni la sua funzione naturale nell'ordine sociale. Infine impariamo la lezione del lavoro»: Paolo VI, Discorso a Nazareth (5 gennaio 1964): AAS 56 (1964) 168.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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