Mt 20,17-19

Mt 20,17-19

(Caritas in Veritate 30c) La carità non è un'aggiunta posteriore, quasi un'appendice a lavoro ormai concluso delle varie discipline, bensì dialoga con esse fin dall'inizio. Le esigenze dell'amore non contraddicono quelle della ragione. Il sapere umano è insufficiente e le conclusioni delle scienze non potranno indicare da sole la via verso lo sviluppo integrale dell'uomo. C'è sempre bisogno di spingersi più in là: lo richiede la carità nella verità [76]. Andare oltre, però, non significa mai prescindere dalle conclusioni della ragione né contraddire i suoi risultati. Non c'è l'intelligenza e poi l'amore: ci sono l'amore ricco di intelligenza e l'intelligenza piena di amore.

Note: [76] Cfr Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est, 28: l.c., 238-240.

«Pacem in terris»: pubblici poteri della comunità mondiale

(CDS 95b) La «Pacem in terris» si sofferma sui pubblici poteri della comunità mondiale, chiamati ad «affrontare e risolvere i problemi a contenuto economico, sociale, politico, culturale che pone il bene comune universale» [170]. Nel decimo anniversario della «Pacem in terris», il Cardinale Maurice Roy, Presidente della Pontificia Commissione Giustizia e Pace, inviò a Paolo VI una Lettera unitamente a un Documento con una serie di riflessioni sulla capacità dell'insegnamento dell'Enciclica giovannea di illuminare i problemi nuovi connessi con la promozione della pace [171].

Note: [170] Giovanni XXIII, Pacem in terris: AAS 55 (1963) 294. [171] Cfr. Roy Card. Maurice, Lettera a Paolo VI e Documento in occasione del 10º anniversario dell'enciclica «Pacem in terris»: L'Osservatore Romano, 11 aprile 1973, pp. 3-6.


(Mt 20, 17-19) Gesù fondamento della nuova umanità

[17] Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici e lungo la via disse loro: [18] "Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte [19] e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà".

(CDS 431) Il Signore Gesù è il prototipo e il fondamento della nuova umanità. In Lui, vera «immagine di Dio» (2 Cor 4,4), trova compimento l'uomo creato da Dio a Sua immagine. Nella testimonianza definitiva di amore che Dio ha manifestato nella croce di Cristo, tutte le barriere di inimicizia sono già state abbattute (cfr. Ef 2,12-18) e per quanti vivono la vita nuova in Cristo le differenze razziali e culturali non sono più motivo di divisione (cfr. Rm 10,12; Gal 3,26-28; Col 3,11). Grazie allo Spirito, la Chiesa conosce il disegno divino che abbraccia l'intero genere umano (cfr. At 17,26) e che è finalizzato a riunire, nel mistero di una salvezza realizzata sotto la signoria di Cristo (cfr. Ef 1,8-10), tutta la realtà creaturale frammentata e dispersa. Dal giorno di Pentecoste, quando la Risurrezione è annunciata ai diversi popoli e compresa da ciascuno nella propria lingua (cfr. At 2,6), la Chiesa adempie al proprio compito di restaurare e testimoniare l'unità perduta a Babele: grazie a questo ministero ecclesiale, la famiglia umana è chiamata a riscoprire la propria unità e a riconoscere la ricchezza delle sue differenze, per giungere alla «piena unità in Cristo» [873].

Note: [873] Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 1: AAS 57 (1965) 5.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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