Mt 20,29-34

Mt 20,29-34

(Caritas in Veritate 31b) L'eccessiva settorialità del sapere [80], la chiusura delle scienze umane alla metafisica [81], le difficoltà del dialogo tra le scienze e la teologia sono di danno non solo allo sviluppo del sapere, ma anche allo sviluppo dei popoli, perché, quando ciò si verifica, viene ostacolata la visione dell'intero bene dell'uomo nelle varie dimensioni che lo caratterizzano. L'«allargamento del nostro concetto di ragione e dell'uso di essa» [82] è indispensabile per riuscire a pesare adeguatamente tutti i termini della questione dello sviluppo e della soluzione dei problemi socio-economici.

Note: [80] Cfr Giovanni Paolo II, Fides et ratio (14 settembre 1998), 85: AAS 91 (1999), 72-73. [81] Cfr Ibid., 83: l.c., 70-71. [82] Benedetto XVI, Discorso all’Università di Regensburg (12 settembre 2006): Insegnamenti II, 2 (2006), 265.

«Gaudium et spes»: l’intima solidarietà col genere umano

(CDS 96b) La «Gaudium et spes» traccia il volto di una Chiesa «intimamente solidale con il genere umano e la sua storia» [174], che cammina con tutta l'umanità ed è soggetta insieme al mondo alla medesima sorte terrena, ma che al tempo stesso è «come fermento e quasi anima della società umana, per rinnovarla in Cristo e trasformarla in famiglia di Dio» [175].

Note: [174] Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 1: AAS 58 (1966) 1026. [175] Gaudium et spes, 40: AAS 58 (1966) 1058.


(Mt 20, 29-34) Gesù: opere potenti per liberare l'uomo

[29] Mentre uscivano da Gerico, una gran folla seguiva Gesù. [30] Ed ecco che due ciechi, seduti lungo la strada, sentendo che passava, si misero a gridare: "Signore, abbi pietà di noi, figlio di Davide!". [31] La folla li sgridava perché tacessero; ma essi gridavano ancora più forte: "Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!". [32] Gesù, fermatosi, li chiamò e disse: "Che volete che io vi faccia?". [33] Gli risposero: "Signore, che i nostri occhi si aprano!". [34] Gesù si commosse, toccò loro gli occhi e subito ricuperarono la vista e lo seguirono.

(CDS 261) Durante il Suo ministero terreno, Gesù lavora instancabilmente, compiendo opere potenti per liberare l'uomo dalla malattia, dalla sofferenza e dalla morte. Il sabato, che l'Antico Testamento aveva proposto come giorno di liberazione e che, osservato solo formalmente, veniva svuotato del suo autentico significato, è riaffermato da Gesù nel suo originario valore: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!» (Mc 2,27). Con le guarigioni, compiute in questo giorno di riposo (cfr. Mt 12,9-14; Mc 3,1-6; Lc 6,6-11; 13,10-17; 14,1-6), Egli vuole dimostrare che il sabato è Suo, perché Egli è veramente il Figlio di Dio, e che è il giorno in cui ci si deve dedicare a Dio e agli altri. Liberare dal male, praticare fraternità e condivisione è conferire al lavoro il suo significato più nobile, quello che permette all'umanità di incamminarsi verso il Sabato eterno, nel quale il riposo diventa la festa cui l'uomo interiormente aspira. Proprio in quanto orienta l'umanità a fare esperienza del sabato di Dio e della Sua vita conviviale, il lavoro inaugura sulla terra la nuova creazione.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

Post più popolari