Mt 21,33-45

Mt 21,33-45

(Caritas in Veritate 34a) La carità nella verità pone l'uomo davanti alla stupefacente esperienza del dono. La gratuità è presente nella sua vita in molteplici forme, spesso non riconosciute a causa di una visione solo produttivistica e utilitaristica dell'esistenza. L'essere umano è fatto per il dono, che ne esprime ed attua la dimensione di trascendenza. Talvolta l'uomo moderno è erroneamente convinto di essere il solo autore di se stesso, della sua vita e della società. È questa una presunzione, conseguente alla chiusura egoistica in se stessi, che discende — per dirla in termini di fede — dal peccato delle origini.

Paolo VI: «Iustitia et Pax» e “Giornate Mondiali della Pace

(CDS 99) In tale prospettiva, Paolo VI istituisce, nel 1967, la Pontificia Commissione «Iustitia et Pax», realizzando un voto dei Padri Conciliari, per i quali è «assai opportuna la creazione di qualche organismo della Chiesa universale che abbia lo scopo di sensibilizzare la comunità dei cattolici a promuovere il progresso delle regioni bisognose e la giustizia sociale tra le nazioni» [185]. Per iniziativa di Paolo VI, a cominciare dal 1968, la Chiesa celebra il primo giorno dell'anno la Giornata Mondiale della Pace. Lo stesso Pontefice dà avvio alla tradizione dei Messaggi che affrontano il tema scelto per ogni Giornata Mondiale della Pace, accrescendo così il «corpus» della dottrina sociale.

Note: [185] Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 90: AAS 58 (1966) 1112.


(Mt 21, 33-45) Eguale diritto di sedersi alla mensa comune

[33] Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. [34] Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. [35] Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. [36] Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. [37] Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! [38] Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. [39] E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. [40] Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?". [41] Gli rispondono: "Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo". [42] E Gesù disse loro: "Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri? [43] Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. [44] Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà". [45] Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.

(CDS 449) All'inizio del nuovo millennio, la povertà di miliardi di uomini e donne è «la questione che più di ogni altra interpella la nostra coscienza umana e cristiana» [935]. La povertà pone un drammatico problema di giustizia: la povertà, nelle sue diverse forme e conseguenze, si caratterizza per una crescita ineguale e non riconosce a ogni popolo «l'eguale diritto “ad assidersi alla mensa del banchetto comune”» [936]. Tale povertà rende impossibile la realizzazione di quell'umanesimo plenario che la Chiesa auspica e persegue, affinché le persone e i popoli possano «essere di più» [937] e vivere in «condizioni più umane» [938]. La lotta alla povertà trova una forte motivazione nell'opzione, o amore preferenziale, della Chiesa per i poveri [939]. In tutto il suo insegnamento sociale la Chiesa non si stanca di ribadire anche altri suoi fondamentali principi: primo fra tutti, quello della destinazione universale dei beni [940]. Con la costante riaffermazione del principio della solidarietà, la dottrina sociale sprona a passare all'azione per promuovere «il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti» [941]. Il principio della solidarietà, anche nella lotta alla povertà, deve essere sempre opportunamente affiancato da quello della sussidiarietà, grazie al quale è possibile stimolare lo spirito d'iniziativa, base fondamentale di ogni sviluppo socio-economico, negli stessi Paesi poveri [942]: ai poveri si deve guardare «non come ad un problema, ma come a coloro che possono diventare soggetti e protagonisti di un futuro nuovo e più umano per tutto il mondo» [943].

Note: [935] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2000, 14: AAS 92 (2000) 366; cfr. anche Id., Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1993, 1: AAS 85 (1993) 429-430. [936] Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 33: AAS 80 (1988) 558. Paolo VI, Populorum progressio, 47: AAS 59 (1967) 280. [937] Populorum progressio, 6: AAS 59 (1967) 260; Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 28: AAS 80 (1988) 548-550. [938] Populorum progressio, 20-21: AAS 59 (1967) 267-268. [939] Giovanni Paolo II, Discorso alla Terza Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-Americano, Puebla (28 gennaio 1979), I/8: AAS 71 (1979) 194-195. [940] Populorum progressio, 22: AAS 59 (1967) 268. [941] Sollicitudo rei socialis, 38: AAS 80 (1988) 566. [942] Populorum progressio, 55: AAS 59 (1967) 284; Sollicitudo rei socialis, 44: AAS 80 (1988) 575-577. [943] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2000, 14: AAS 92 (2000) 366.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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