Mt 22,1-14

Mt 22,1-14

(Caritas in Veritate (CV 34b) La sapienza della Chiesa ha sempre proposto di tenere presente il peccato originale anche nell'interpretazione dei fatti sociali e nella costruzione della società: «Ignorare che l'uomo ha una natura ferita, incline al male, è causa di gravi errori nel campo dell'educazione, della politica, dell'azione sociale e dei costumi» [85]. All'elenco dei campi in cui si manifestano gli effetti perniciosi del peccato, si è aggiunto ormai da molto tempo anche quello dell'economia. Ne abbiamo una prova evidente anche in questi periodi.

Note: [85] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 407; cfr Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 25: l.c., 822-824.

«Octogesima adveniens»: le società post-industriali

(CDS 100) All'inizio degli anni Settanta, in un clima turbolento di contestazione fortemente ideologica, Paolo VI riprende l'insegnamento sociale di Leone XIII e lo aggiorna, in occasione dell'ottantesimo anniversario della «Rerum novarum», con la Lettera apostolica «Octogesima adveniens» [186]. Il Papa riflette sulla società post-industriale con tutti i suoi complessi problemi, rilevando l'insufficienza delle ideologie a rispondere a tali sfide: l'urbanizzazione, la condizione giovanile, la situazione della donna, la disoccupazione, le discriminazioni, l'emigrazione, l'incremento demografico, l'influsso dei mezzi di comunicazione sociale, l'ambiente naturale.

Note: [186] Cfr. Paolo VI, Octogesima adveniens: AAS 63 (1971) 401-441.


(Mt 22, 1-14) Universalità della speranza cristiana

[1] Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: [2] "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. [3] Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. [4] Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. [5] Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; [6] altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. [7] Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. [8] Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; [9] andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. [10] Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. [11] Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, [12] gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. [13] Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. [14] Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti".

(CDS 123) L'universalità della speranza cristiana include, oltre agli uomini e alle donne di tutti i popoli, anche il cielo e la terra: «Stillate, cieli, dall'alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo» (Is 45,8). Secondo il Nuovo Testamento anche la creazione intera, infatti, insieme con tutta l'umanità, è in attesa del Redentore: sottoposta alla caducità, si protende piena di speranza, tra i gemiti e i dolori del parto, attendendo di essere liberata dalla corruzione (cfr. Rm 8,18-22). (CDS 182) Il principio della destinazione universale dei beni richiede che si guardi con particolare sollecitudine ai poveri, a coloro che si trovano in situazioni di marginalità e, in ogni caso, alle persone a cui le condizioni di vita impediscono una crescita adeguata. A tale proposito va ribadita, in tutta la sua forza, l'opzione preferenziale per i poveri [384]: «È, questa, una opzione, o una forma speciale di primato nell'esercizio della carità cristiana, testimoniata da tutta la Tradizione della Chiesa. Essa si riferisce alla vita di ciascun cristiano, in quanto imitatore della vita di Cristo, ma si applica egualmente alle nostre responsabilità sociali e, perciò, al nostro vivere, alle decisioni da prendere coerentemente circa la proprietà e l'uso dei beni. Oggi poi, attesa la dimensione mondiale che la questione sociale ha assunto, questo amore preferenziale, con le decisioni che esso ci ispira, non può non abbracciare le immense moltitudini di affamati, di mendicanti, di senzatetto, senza assistenza medica e, soprattutto, senza speranza di un futuro migliore» [385].

Note: [384] Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso alla Terza Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-Americano, Puebla (28 gennaio 1979), I/8: AAS 71 (1979) 194-195. [385] Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 42: AAS 80 (1988) 572-573; cfr. Id., Evangelium vitae, 32: AAS 87 (1995) 436-437; Id., Tertio millennio adveniente, 51: AAS 87 (1995) 36; Id., Novo millennio ineunte, 49-50: AAS 93 (2001) 302-303.


Sigle e Abbreviazioni
: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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