Mt 22,23-33

Mt 22,23-33

(Caritas in Veritate 34d) Come ho affermato nella mia Enciclica Spe salvi, in questo modo si toglie dalla storia la speranza cristiana [86], che è invece una potente risorsa sociale a servizio dello sviluppo umano integrale, cercato nella libertà e nella giustizia. La speranza incoraggia la ragione e le dà la forza di orientare la volontà [87]. È già presente nella fede, da cui anzi è suscitata. La carità nella verità se ne nutre e, nello stesso tempo, la manifesta. Essendo dono di Dio assolutamente gratuito, irrompe nella nostra vita come qualcosa di non dovuto, che trascende ogni legge di giustizia.

Note: [86] Cfr n. 17: AAS 99 (2007), 1000. [87] Cfr ibid., 23: l.c., 1004-1005.

«Laborem exercens»: spiritualità ed etica del lavoro

(CDS 101b) La «Laborem exercens» delinea una spiritualità e un'etica del lavoro, nel contesto di una profonda riflessione teologica e filosofica. Il lavoro non dev'essere inteso soltanto in senso oggettivo e materiale, ma bisogna tenere in debita considerazione anche la sua dimensione soggettiva, in quanto attività che esprime sempre la persona. Oltre ad essere paradigma decisivo della vita sociale, il lavoro ha tutta la dignità di un ambito in cui deve trovare realizzazione la vocazione naturale e soprannaturale della persona.


(Mt 22, 23-33) Posto dell'uomo nella natura e nella società

[23] In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali affermano che non c'è risurrezione, e lo interrogarono: [24] "Maestro, Mosè ha detto: Se qualcuno muore senza figli, il fratello ne sposerà la vedova e così susciterà una discendenza al suo fratello. [25] Ora, c'erano tra noi sette fratelli; il primo appena sposato morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. [26] Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. [27] Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. [28] Alla risurrezione, di quale dei sette essa sarà moglie? Poiché tutti l'hanno avuta". [29] E Gesù rispose loro: "Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture né la potenza di Dio. [30] Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo. [31] Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: [32] Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi". [33] Udendo ciò, la folla era sbalordita per la sua dottrina.

(CDS 14) Con il presente “Compendio della dottrina sociale della Chiesa” la Chiesa intende offrire un contributo di verità alla questione del posto dell'uomo nella natura e nella società, affrontata dalle civiltà e culture in cui si esprime la saggezza dell'umanità. Immergendo le loro radici in un passato spesso millenario, esse si manifestano nelle forme della religione, della filosofia e del genio poetico di ogni tempo e di ogni popolo, offrendo delle interpretazioni dell'universo e della convivenza umana e cercando di dare un senso all'esistenza e al mistero che l'avvolge. Chi sono io? perché la presenza del dolore, del male, della morte, malgrado ogni progresso? a che cosa valgono tante conquiste se il loro prezzo è non di rado insopportabile? che cosa ci sarà dopo questa vita? Queste domande di fondo caratterizzano il percorso del vivere umano [17]. A questo riguardo, si può ricordare il monito «Conosci te stesso», scolpito sull'architrave del tempio di Delfi, che sta a testimoniare la verità basilare secondo cui l'uomo, chiamato a distinguersi tra tutti gli esseri creati, si qualifica come uomo appunto in quanto costitutivamente orientato a conoscere se stesso.

Note: [17] Cfr. Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 10: AAS 58 (1966) 1032.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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