Mt 22,34-40

Mt 22,34-40

(Caritas in Veritate 34e) Il dono per sua natura oltrepassa il merito, la sua regola è l'eccedenza. Esso ci precede nella nostra stessa anima quale segno della presenza di Dio in noi e della sua attesa nei nostri confronti. La verità, che al pari della carità è dono, è più grande di noi, come insegna sant'Agostino [88].

Note: [88] Sant'Agostino espone in modo dettagliato questo insegnamento nel dialogo sul libero arbitrio (De libero arbitrio II 3,8 sgg.). Egli indica l'esistenza dentro l'anima umana di un «senso interno». Questo senso consiste in un atto che si compie al di fuori delle normali funzioni della ragione, atto irriflesso e quasi istintivo, per cui la ragione, rendendosi conto della sua condizione transeunte e fallibile, ammette al di sopra di sé l'esistenza di qualcosa di eterno, assolutamente vero e certo. Il nome che sant'Agostino dà a questa verità interiore è talora quello di Dio (Confessioni 10,24,35; 12,25,35; De libero arbitrio II 3,8), più spesso quello di Cristo (De magistro 11,38; Confessioni VII,18,24; XI,2,4).

«Sollicitudo rei socialis»: sviluppo mancato del Terzo Mondo

(CDS 102a) Con l'enciclica «Sollicitudo rei socialis» [188], Giovanni Paolo II commemora il ventesimo anniversario della «Populorum progressio» e affronta nuovamente il tema dello sviluppo, lungo due direttrici: «da una parte, la situazione drammatica del mondo contemporaneo, sotto il profilo dello sviluppo mancato del Terzo Mondo, e dall'altra, il senso, le condizioni e le esigenze di uno sviluppo degno dell'uomo» [189].

Note: [188] Cfr. Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis: AAS 80 (1988) 513-586. [189] Congregazione per l'Educazione Cattolica, Orientamenti per lo studio e l'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa nella formazione sacerdotale, 26, Tipografia Poliglotta Vaticana, Roma 1988, p. 32.


(Mt 22, 34-40) Non conflitto ma amore tra Dio e l'uomo

[34] Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme [35] e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: [36] "Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?". [37] Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. [38] Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. [39] E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. [40] Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".

(CDS 46) Non c'è conflittualità tra Dio e l'uomo, ma un rapporto di amore in cui il mondo e i frutti dell'agire dell'uomo nel mondo sono oggetto di reciproco dono tra il Padre e i figli, e dei figli tra loro, in Cristo Gesù: in Lui e grazie a Lui, il mondo e l'uomo attingono il loro autentico ed originario significato. In una visione universale dell'amore di Dio che abbraccia tutto ciò che è, Dio stesso ci è rivelato in Cristo come Padre e donatore di vita, e l'uomo ci è rivelato come colui che, in Cristo, tutto accoglie da Dio come dono, in umiltà e libertà, e tutto veramente possiede come suo, quando sa e vive ogni cosa come di Dio, da Dio originata e a Dio finalizzata. A questo riguardo, il Concilio Vaticano II insegna: «Se... con l'espressione autonomia delle realtà temporali si intende che le cose create non dipendono da Dio, e che l'uomo può farne uso così da non rapportarle al Creatore, nessuno che riconosce Dio non avverte quanto siano fallaci tali opinioni. Senza il Creatore, la creatura viene meno» [49].

Note: [49] Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 36: AAS 58 (1966) 1054.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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