Mt 22,41-46

Mt 22,41-46

(Caritas in Veritate 34f) Anche la verità di noi stessi, della nostra coscienza personale, ci è prima di tutto “data”. In ogni processo conoscitivo, in effetti, la verità non è prodotta da noi, ma sempre trovata o, meglio, ricevuta. Essa, come l'amore, «non nasce dal pensare e dal volere ma in certo qual modo si impone all'essere umano» [89]. Perché dono ricevuto da tutti, la carità nella verità è una forza che costituisce la comunità, unifica gli uomini secondo modalità in cui non ci sono barriere né confini.

Note: [89] Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est, 3: l.c., 219.

«Sollicitudo rei socialis»: differenza tra progresso e sviluppo

(CDS 102b) L'Enciclica introduce la differenza tra progresso e sviluppo e afferma che «il vero sviluppo non può limitarsi alla moltiplicazione dei beni e dei servizi, cioè a ciò che si possiede, ma deve contribuire alla pienezza dell'“essere” dell'uomo. In questo modo, s'intende delineare con chiarezza la natura morale del vero sviluppo» [190].

Note: [190] Congregazione per l'Educazione Cattolica, Orientamenti per lo studio e l'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa nella formazione sacerdotale, 26, Tipografia Poliglotta Vaticana, Roma 1988, p. 32.


(Mt 22, 41-46) Cristo significato autentico dell'autorità

[41] Trovandosi i farisei riuniti insieme, Gesù chiese loro: [42] "Che ne pensate del Messia? Di chi è figlio?". Gli risposero: "Di Davide". [43] Ed egli a loro: "Come mai allora Davide, sotto ispirazione, lo chiama Signore, dicendo: [44] Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi? [45] Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?". [46] Nessuno era in grado di rispondergli nulla; e nessuno, da quel giorno in poi, osò interrogarlo.

(CDS 383) La Chiesa annuncia che Cristo, vincitore della morte, regna sull'universo che Egli stesso ha riscattato. Il Suo regno si estende anche nel tempo presente e finirà soltanto quando tutto sarà consegnato al Padre e la storia umana si compirà con il giudizio finale (cfr. 1 Cor 15,20-28). Cristo svela all'autorità umana, sempre tentata dal dominio, il suo significato autentico e compiuto di servizio. Dio è Padre unico e Cristo unico maestro per tutti gli uomini, che sono fratelli. La sovranità appartiene a Dio. Il Signore, tuttavia, «non ha voluto riservare solo a sé l'esercizio di tutti i poteri. Egli assegna ad ogni creatura le funzioni che essa è in grado di esercitare, secondo le capacità proprie della sua natura. Questo modo di governare deve essere imitato nella vita sociale. Il comportamento di Dio nel governo del mondo, che testimonia un profondissimo rispetto per la libertà umana, dovrebbe ispirare la saggezza di coloro che governano le comunità umane. Costoro devono comportarsi come ministri della provvidenza divina» [773]. Il messaggio biblico ispira incessantemente il pensiero cristiano sul potere politico, ricordando che esso scaturisce da Dio ed è parte integrante dell'ordine da Lui creato. Tale ordine è percepito dalle coscienze e si realizza, nella vita sociale, mediante la verità, la giustizia, la libertà e la solidarietà che procurano la pace [774].

Note: [773] Catechismo della Chiesa Cattolica, 1884. [774] Cfr. Giovanni XXIII, Pacem in terris: AAS 55 (1963) 266-267. 281-291. 301-302; Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 39: AAS 80 (1988) 566-568.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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