Mt 24,1-14

Mt 24,1-14

(Caritas in Veritate 36d) La grande sfida che abbiamo davanti a noi, fatta emergere dalle problematiche dello sviluppo in questo tempo di globalizzazione e resa ancor più esigente dalla crisi economico-finanziaria, è di mostrare, a livello sia di pensiero sia di comportamenti, che non solo i tradizionali principi dell'etica sociale, quali la trasparenza, l'onestà e la responsabilità non possono venire trascurati o attenuati, ma anche che nei rapporti mercantili il principio di gratuità e la logica del dono come espressione della fraternità possono e devono trovare posto entro la normale attività economica. Ciò è un'esigenza dell'uomo nel momento attuale, ma anche un'esigenza della stessa ragione economica. Si tratta di una esigenza ad un tempo della carità e della verità.

Dottrina sociale: uomo, colto nella sua concretezza storica

(CDS 107a) L'uomo, colto nella sua concretezza storica, rappresenta il cuore e l'anima dell'insegnamento sociale cattolico [202]. Tutta la dottrina sociale si svolge, infatti, a partire dal principio che afferma l'intangibile dignità della persona umana [203]

Note: [202] Cfr. Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 11: AAS 83 (1991) 807. [203] Cfr. Giovanni XXIII, Mater et magistra: AAS 53 (1961) 453, 459.


(Mt 24, 1-14) Guerra: inutile strage, fallimento di ogni umanesimo

[1] Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. [2] Gesù disse loro: "Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata". [3] Sedutosi poi sul monte degli Ulivi, i suoi discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: "Dicci quando accadranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo". [4] Gesù rispose: "Guardate che nessuno vi inganni; [5] molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno. [6] Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine. [7] Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi; [8] ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori. [9] Allora vi consegneranno ai supplizi e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. [10] Molti ne resteranno scandalizzati, ed essi si tradiranno e odieranno a vicenda. [11] Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; [12] per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà. [13] Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato. [14] Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.

(CDS 497) Il Magistero condanna «l'enormità della guerra» [1032] e chiede che sia considerata con un approccio completamente nuovo [1033]: infatti, «riesce quasi impossibile pensare che nell'era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia» [1034]. La guerra è un «flagello» [1035] e non rappresenta mai un mezzo idoneo per risolvere i problemi che sorgono tra le Nazioni: «Non lo è mai stato e mai lo sarà» [1036], perché genera conflitti nuovi e più complessi [1037]. Quando scoppia, la guerra diventa una «inutile strage» [1038], una «avventura senza ritorno» [1039], che compromette il presente e mette a rischio il futuro dell'umanità: «Nulla è perduto con la pace. Tutto può essere perduto con la guerra» [1040]. I danni causati da un conflitto armato non sono solamente materiali, ma anche morali [1041]. La guerra è, in definitiva, «il fallimento di ogni autentico umanesimo» [1042] «è sempre una sconfitta dell'umanità» [1043]: «non più gli uni contro gli altri, non più, mai! ... non più la guerra, non più la guerra!» [1044].

Note: [1032] Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 77: AAS 58 (1966) 1100; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2307-2317. [1033] Gaudium et spes, 80: AAS 58 (1966) 1103-1104. [1034] Giovanni XXIII, Pacem in terris: AAS 55 (1963) 291. [1035] Leone XIII, Allocuzione al Collegio dei Cardinali, Acta Leonis XIII, 19 (1899) 270-272. [1036] Giovanni Paolo II, Incontro con gli Officiali del Vicariato di Roma (17 gennaio 1991): Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XIV, 1 (1991) 132; cfr. Id., Discorso ai Vescovi di Rito Latino della Regione Araba (1º ottobre 1990), 4: AAS 83 (1991) 475. [1037] Cfr. Paolo VI, Discorso ai Cardinali (24 giugno 1965): AAS 57 (1965) 643-644. [1038] Benedetto XV, Appello ai Capi dei popoli belligeranti (1º agosto 1917): AAS 9 (1917) 423. [1039] Giovanni Paolo II, Preghiera per la pace durante l'Udienza Generale (16 gennaio 1991): Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XIV, 1 (1991) 121. [1040] Pio XII, Radiomessaggio (24 agosto 1939): AAS 31 (1939) 334; Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1993, 4: AAS 85 (1993) 433-434; cfr. Giovanni XXIII, Pacem in terris: AAS 55 (1963) 288. [1041] Gaudium et spes, 79: AAS 58 (1966) 1102-1103. [1042] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1999, 11: AAS 91 (1999) 385. [1043] Giovanni Paolo II, Discorso al Corpo Diplomatico (13 gennaio 2003), 4: AAS 95 (2003) 323. [1044] Paolo VI, Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (4 ottobre 1965), 5: AAS 57 (1965) 881.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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