Mt 24,42-51

Mt 24,42-51

(Caritas in Veritate 38b) Nell'epoca della globalizzazione, l'attività economica non può prescindere dalla gratuità, che dissemina e alimenta la solidarietà e la responsabilità per la giustizia e il bene comune nei suoi vari soggetti e attori. Si tratta, in definitiva, di una forma concreta e profonda di democrazia economica. La solidarietà è anzitutto sentirsi tutti responsabili di tutti [93], quindi non può essere delegata solo allo Stato. Mentre ieri si poteva ritenere che prima bisognasse perseguire la giustizia e che la gratuità intervenisse dopo come un complemento, oggi bisogna dire che senza la gratuità non si riesce a realizzare nemmeno la giustizia.

Note: [93] Cfr Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 38: l.c., 565-566.

Dottrina sociale: fondazione e configurazione sempre più accurate

(CDS 160c) La Chiesa, nel corso della storia e alla luce dello Spirito, riflettendo sapientemente all'interno della propria tradizione di fede, ha potuto dare a tali principi fondazione e configurazione sempre più accurate, enucleandoli progressivamente, nello sforzo di rispondere con coerenza alle esigenze dei tempi e ai continui sviluppi della vita sociale.


(Mt 24, 42-51) Alleanza fra agire umano e provvidenza divina

[42] Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. [43] Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. [44] Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà. [45] Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? [46] Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così! [47] In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni. [48] Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, [49] e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, [50] arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, [51] lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti.

(CDS 266) Con il suo lavoro e la sua laboriosità, l'uomo, partecipe dell'arte e della saggezza divina, rende più bello il creato, il cosmo già ordinato dal Padre [580]; suscita quelle energie sociali e comunitarie che alimentano il bene comune [581], a vantaggio soprattutto dei più bisognosi. Il lavoro umano, finalizzato alla carità, diventa occasione di contemplazione, si trasforma in devota preghiera, in vigile ascesi e in trepida speranza del giorno senza tramonto: «In questa visione superiore, il lavoro, pena ed insieme premio dell'attività umana, comporta un altro rapporto, quello cioè essenzialmente religioso, che è stato felicemente espresso nella formula benedettina: “Ora et labora”! Il fatto religioso conferisce al lavoro umano una spiritualità animatrice e redentrice. Tale parentela tra lavoro e religione riflette l'alleanza misteriosa, ma reale, che intercede tra l'agire umano e quello provvidenziale di Dio» [582].

Note: [580] Cfr. Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 5, 32, 2: PG 7, 1210-1211. [581] Cfr. Teodoreto di Ciro, De Providentia, Orationes 5-7: PG 83, 625-686). [582] Giovanni Paolo II, Discorso durante la visita a Pomezia (14 settembre 1979), 3: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, I, 2 (1979) 299.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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