Mt 26,6-9

Mt 26,6-9

(Caritas in Veritate 40e) Giovanni Paolo II avvertiva che investire ha sempre un significato morale, oltre che economico [96]. Tutto questo — va ribadito — è valido anche oggi, nonostante che il mercato dei capitali sia stato fortemente liberalizzato e le moderne mentalità tecnologiche possano indurre a pensare che investire sia solo un fatto tecnico e non anche umano ed etico. Non c'è motivo per negare che un certo capitale possa fare del bene, se investito all'estero piuttosto che in patria. Devono però essere fatti salvi i vincoli di giustizia, tenendo anche conto di come quel capitale si è formato e dei danni alle persone che comporterà il suo mancato impiego nei luoghi in cui esso è stato generato [97].

Note: [96] Cfr Centesimus annus, 36: l.c., 838-840. [97] Cfr Paolo VI, Populorum progressio, 24: l.c., 269.

Dottrina sociale: sussidiarietà positiva, implicazioni negative

(CDS 186b) In base a tale principio, tutte le società di ordine superiore devono porsi in atteggiamento di aiuto («subsidium») — quindi di sostegno, promozione, sviluppo — rispetto alle minori. In tal modo, i corpi sociali intermedi possono adeguatamente svolgere le funzioni che loro competono, senza doverle cedere ingiustamente ad altre aggregazioni sociali di livello superiore, dalle quali finirebbero per essere assorbiti e sostituiti e per vedersi negata, alla fine, dignità propria e spazio vitale. Alla sussidiarietà intesa in senso positivo, come aiuto economico, istituzionale, legislativo offerto alle entità sociali più piccole, corrisponde una serie di implicazioni in negativo, che impongono allo Stato di astenersi da quanto restringerebbe, di fatto, lo spazio vitale delle cellule minori ed essenziali della società. La loro iniziativa, libertà e responsabilità non devono essere soppiantate.


(Mt 26, 6-9) L'amore deve penetrare tutti i rapporti sociali

[6] Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, [7] gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa. [8] I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: "Perché questo spreco? [9] Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!".

(CDS 581) L'amore deve essere presente e penetrare tutti i rapporti sociali [1220]: specialmente coloro che hanno il dovere di provvedere al bene dei popoli «alimentino in sé e accendano negli altri, nei grandi e nei piccoli, la carità, signora e regina di tutte le virtù. La salvezza desiderata dev'essere principalmente frutto di una effusione di carità; intendiamo dire quella carità cristiana che compendia in sé tutto il Vangelo e che, pronta sempre a sacrificarsi per il prossimo, è il più sicuro antidoto contro l'orgoglio e l'egoismo del secolo» [1221]. Questo amore può essere chiamato «carità sociale» [1222] o «carità politica» [1223] e deve essere esteso all'intero genere umano [1224]. L'«amore sociale» [1225] si trova agli antipodi dell'egoismo e dell'individualismo: senza assolutizzare la vita sociale, come avviene nelle visioni appiattite sulle letture esclusivamente sociologiche, non si può dimenticare che lo sviluppo integrale della persona e la crescita sociale si condizionano vicendevolmente. L'egoismo, pertanto, è il più deleterio nemico di una società ordinata: la storia mostra quale devastazione dei cuori si produca quando l'uomo non è capace di riconoscere altro valore e altra realtà effettiva oltre i beni materiali, la cui ricerca ossessiva soffoca e preclude la sua capacità di donarsi.

Note: [1220] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1889. [1221] (Leone XIII, Rerum novarum: Acta Leonis XIII, 11 (1892) 143; cfr. Benedetto XV, Pacem Dei: AAS 12 (1920) 215. [1222] Cfr. San Tommaso d'Aquino, QD De caritate, a. 9, c: San Tommaso d'Aquino, Le Questioni Disputate. Testo latino di S. Tommaso e traduzione italiana, v. Quinto; 1 - Le Virtù (De virtutibus in communi, De caritate, De correctione fraterna, De spe, De virtutibus cardinalibus) 2 - L'unione del Verbo incarnato (De unione Verbi incarnati), Introduzione di P. Abelardo Lobato, O.P., trad. di P. Pietro Lippini, O.P. (Le virtù) e P. Roberto Coggi, O.P. (L'unione del Verbo incarnato), Edizioni Studio Domenicano, Bologna 2002, pp. 368-381; Pio XI, Quadragesimo anno: AAS 23 (1931) 206-207; Giovanni XXIII, Mater et magistra: AAS 53 (1961) 410; Paolo VI, Discorso alla FAO (16 novembre 1970), 11: AAS 62 (1970) 837-838; Giovanni Paolo II, Discorso ai membri della Pontificia Commissione «Iustitia et Pax» (9 febbraio 1980), 7: AAS 72 (1980) 187. [1223] Cfr. Paolo VI, Octogesima adveniens, 46: AAS 63 (1971) 433-435. [1224] Cfr. Concilio Vaticano II, Apostolicam actuositatem, 8: AAS 58 (1966) 844-845; Paolo VI, Populorum progressio, 44: AAS 59 (1967) 279; Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 42: AAS 81 (1989) 472-476; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1939. [1225] Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, 15: AAS 71 (1979) 288.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

Post più popolari