Mc 2, 21-28

Mc 2, 21-28

(Caritas in Veritate 5a) La carità è amore ricevuto e donato. Essa è «grazia» (cháris). La sua scaturigine è l'amore sorgivo del Padre per il Figlio, nello Spirito Santo. È amore che dal Figlio discende su di noi. È amore creatore, per cui noi siamo; è amore redentore, per cui siamo ricreati. Amore rivelato e realizzato da Cristo (cfr. Gv 12,1) e «riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo» (Rm 5,5). Destinatari dell'amore di Dio, gli uomini sono costituiti soggetti di carità, chiamati a farsi essi stessi strumenti della grazia, per effondere la carità di Dio e per tessere reti di carità.

Dottrina Sociale: discernimento morale e pastorale

(CDS 10) Il documento si propone come uno strumento per il discernimento morale e pastorale dei complessi eventi che caratterizzano i nostri tempi; come una guida per ispirare, a livello individuale e collettivo, comportamenti e scelte tali da permettere di guardare al futuro con fiducia e speranza; come un sussidio per i fedeli sull'insegnamento della morale sociale. Ne può derivare un nuovo impegno capace di rispondere alle esigenze del nostro tempo e misurato sui bisogni e sulle risorse dell'uomo, ma soprattutto l'anelito a valorizzare in forme nuove la vocazione propria dei vari carismi ecclesiali in ordine all'evangelizzazione del sociale, perché «tutti i membri della Chiesa sono partecipi della sua dimensione secolare» [9]. Il testo viene proposto, infine, come motivo di dialogo con tutti coloro che desiderano sinceramente il bene dell'uomo.

Note: [9] Giovanni Paolo II, Esort. ap. Christifideles laici, 15: AAS 81 (1989) 414.


(Mc 2, 21-28) Gratuità e condivisione nella giustizia

[21] Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. [22] E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi". [23] In giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. [24] I farisei gli dissero: "Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?". [25] Ma egli rispose loro: "Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? [26] Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?". [27] E diceva loro: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! [28] Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato".

(CDS 24) Tra le molteplici disposizioni che tendono a dare concretezza allo stile di gratuità e di condivisione nella giustizia che Dio ispira, la legge dell'anno sabbatico (celebrato ogni sette anni) e di quello giubilare (ogni cinquant'anni) [27] si distingue come un importante orientamento — anche se mai pienamente realizzato — per la vita sociale ed economica del popolo d'Israele. È una legge che prescrive, oltre al riposo dei campi, il condono dei debiti e una liberazione generale delle persone e dei beni: ognuno può tornare alla sua famiglia d'origine e rientrare in possesso del suo patrimonio. Tale legislazione vuole stabilire che l'evento salvifico dell'esodo e la fedeltà all'Alleanza rappresentano non solo il principio fondatore della vita sociale, politica ed economica di Israele, ma anche il principio regolatore delle questioni attinenti alle povertà economiche e alle ingiustizie sociali. Si tratta di un principio invocato per trasformare continuamente e dall'interno la vita del popolo dell'Alleanza, così da renderla conforme al disegno di Dio. Per eliminare le discriminazioni e le sperequazioni provocate dall'evoluzione socio-economica, ogni sette anni la memoria dell'esodo e dell'Alleanza viene tradotta in termini sociali e giuridici, così da riportare le questioni della proprietà, dei debiti, delle prestazioni e dei beni al loro più profondo significato.

Note: [27] La legge è riportata in Es 23, Dt 15, Lv 25.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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