Mt 27,55-56

Mt 27,55-56

(Caritas in Veritate 44a) La concezione dei diritti e dei doveri nello sviluppo deve tener conto anche delle problematiche connesse con la crescita demografica. Si tratta di un aspetto molto importante del vero sviluppo, perché concerne i valori irrinunciabili della vita e della famiglia [110]. Considerare l'aumento della popolazione come causa prima del sottosviluppo è scorretto, anche dal punto di vista economico: basti pensare, da una parte, all'importante diminuzione della mortalità infantile e al prolungamento della vita media che si registrano nei Paesi economicamente sviluppati; dall'altra, ai segni di crisi rilevabili nelle società in cui si registra un preoccupante calo della natalità.

Note: [110] Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio, 36-37: l.c., 275-276.

Dottrina sociale: principi e valori per una società degna dell'uomo

(CDS 580a) Finalità immediata della dottrina sociale è quella di proporre i principi e i valori che possono sorreggere una società degna dell'uomo. Tra questi principi, quello della solidarietà in qualche misura comprende tutti gli altri: esso costituisce «uno dei principi basilari della concezione cristiana dell'organizzazione sociale e politica» [1217]. Tale principio viene illuminato dal primato della carità «che è il segno distintivo dei discepoli di Cristo (cfr. Gv 13,35)» [1218].

Note: [1217] Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 10: AAS 83 (1991) 805-806. [1218] Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 40: AAS 80 (1988) 568.


(Mt 27, 55-56) L'«umano» si realizza appieno nella dualità

[55] C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. [56] Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.

(CDS 147) La donna è il complemento dell'uomo, come l'uomo è il complemento della donna: donna e uomo si completano a vicenda, non solo dal punto di vista fisico e psichico, ma anche ontologico. È soltanto grazie alla dualità del «maschile» e del «femminile» che l'«umano» si realizza appieno. È «l'unità dei due» [288], ossia una «unidualità» relazionale, che consente a ciascuno di sentire il rapporto interpersonale e reciproco come un dono che è al tempo stesso una missione: «A questa “unità dei due” è affidata da Dio non soltanto l'opera della procreazione e la vita della famiglia, ma la costruzione stessa della storia» [289]. «La donna è “aiuto” per l'uomo, come l'uomo è “aiuto” per la donna!» [290]: nel loro incontro si realizza una concezione unitaria della persona umana, basata non sulla logica dell'egocentrismo e dell'autoaffermazione, ma su quella dell'amore e della solidarietà.

Note: [288] Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem, 11: AAS 80 (1988) 1678. [289] Giovanni Paolo II, Lettera alle donne, 8: AAS 87 (1995) 808. [290] (Giovanni Paolo II, Angelus Domini (9 luglio 1995): Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVIII, 2 (1995) 74; cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla collaborazione dell'uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo, LEV, Città del Vaticano 2004.


Sigle e Abbreviazioni
: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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