Mc 5, 14-20

Mc 5, 14-20

(Caritas in Veritate 8c) Questo processo di attualizzazione iniziò con l'Enciclica Sollicitudo rei socialis, con cui il Servo di Dio Giovanni Paolo II volle commemorare la pubblicazione della Populorum progressio in occasione del suo ventennale. Fino ad allora, una simile commemorazione era stata riservata solo alla Rerum Novarum. Passati altri vent'anni, esprimo la mia convinzione che la Populorum progressio merita di essere considerata come «la Rerum Novarum dell'epoca contemporanea», che illumina il cammino dell'umanità in via di unificazione.

Dottrina Sociale: la società è “società degli uomini”

(CDS 62b) La società e con essa la politica, l'economia, il lavoro, il diritto, la cultura non costituiscono un ambito meramente secolare e mondano e perciò marginale ed estraneo al messaggio e all'economia della salvezza. La società, infatti, con tutto ciò che in essa si compie, riguarda l'uomo. Essa è la società degli uomini, che sono «la prima fondamentale via della Chiesa» [79].

Note: [79] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis, 14: AAS 71 (1979) 284.


(Mc 5, 14-20) Aspirazione a rapporti più giusti e più umani

[14] I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto. [15] Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. [16] Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. [17] Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. [18] Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. [19] Non glielo permise, ma gli disse: "Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato". [20] Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.

(CDS 575) Un nuovo bisogno di senso è diffusamente avvertito e vissuto nella società contemporanea: «L'uomo desidererà sempre sapere, almeno confusamente, quale sia il significato della sua vita, del suo lavoro e della sua morte» [1206]. Risultano ardui i tentativi di rispondere all'esigenza di progettare l'avvenire nel nuovo contesto delle relazioni internazionali, sempre più complesse e interdipendenti, ma anche sempre meno ordinate e pacifiche. Vita e morte delle persone sembrano affidate unicamente al progresso scientifico e tecnologico che avanza assai più velocemente della capacità umana di stabilirne i fini e di valutarne i costi. Molti fenomeni indicano, invece, che «il senso di crescente insoddisfazione che si diffonde nelle comunità nazionali ad alto livello di vita dissolve l'illusione di un sognato paradiso in terra, nello stesso tempo però si fa... più chiara la coscienza di diritti inviolabili ed universali della persona, e più viva l'aspirazione a rapporti più giusti e più umani» [1207].

Note: [1206] (Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 41: AAS 58 (1966) 1059. [1207] Giovanni XXIII, Lett. enc. Mater et magistra: AAS 53 (1961) 451.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

Post più popolari